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Carbone e rinnovabili, il doppio volto della Germania

In Germania sono già stati resi noti i dati statistici riguardanti la situazione energetica nel 2013, caratterizzata da un aumento dei consumi elettrici, forse per effetto dell’ondata di freddo agli inizi del 2013. Il contestuale leggero aumento di emissioni di CO2, tuttavia, potrebbe avere anche una causa poco nota alla pubblica opinione italiana ed europea e scarsamente notata dai media.

Si tratta del dato riguardante la produzione elettrica da centrali a carbone che ammonta, nel caso tedesco, a 286 TWh all’anno, pari al 35,4% del totale, il valore più alto tra le varie fonti. Nella tabella, il valore è riportato in modo distinto tra la lignite (brown coal) ed il carbone sub-bituminoso e bituminoso (nell’uso italiano antracite e litantrace). La distinzione mette in evidenza l’uso della lignite, ai suoi massimi dai tempi della riunificazione, il cui impatto oggi è attenuato dall’entrata in funzione di impianti più efficienti oltre che più puliti.

I CONSUMI DI GERMANIA E ITALIA

Nella tabella che segue, riportiamo i valori relativi al consumo di fonti fossili e di fonti rinnovabili per la produzione elettrica in Germania. Per aiutare la valutazione dei dati abbiamo aggiunto i corrispondenti valori per l’Italia, ricavati dalle prime stime.

tabella

E’ da notare che, in questa tabella, la percentuale di energia elettrica da fonti rinnovabili raggiunge il 39% perchè calcolata sulla produzione lorda di energia elettrica; normalmente il dato utilizzato è il contributo al consumo nazionale che per il 2013 risulta pari a circa il 34%.

PERCHE’ E’ AUMENTATO L’USO DEL CARBONE

La ragione dell’aumento dell’uso del carbone in Germania è dovuta principalmente alla graduale dismissione del nucleare dopo Fukushima, alla diminuzione degli impianti a gas per il prezzo troppo caro del gas stesso e ai problemi di stabilità della rete posti dall’intermittenza delle due rinnovabili principali.

ITALIA VS GERMANIA

Il quadro che esce dal confronto è ben diverso da quello percepito dalla pubblica opinione. Riguardo alle politiche energetico-climatiche a basso tenore di carbonio, il nostro Paese non sfigura affatto rispetto al modello tedesco sempre proposto come esempio. Anzi.  Dunque, piuttosto che soffrire di complessi di inferiorità, sarebbe utile proporre  e sostenere modelli più avanzati di politiche energetiche europee.

Ad esempio, nell’attuale congiuntura, si verifica in Italia un surplus della capacità produttiva di energia elettrica che, compatibilmente con le fasce orarie dei due paesi, potrebbe essere ceduta alla Germania. Più in generale, con una rete integrata europea di distribuzione di elettricità e gas, sarebbe possibile ottimizzare la produzione e la distribuzione di energia risparmiando sia combustibili fossili che l’eccesso di incentivi che caratterizza la produzione di elettricità da fonti rinnovabili intermittenti in alcuni paesi europei.

LEGGI L’ARTICOLO NELLA NEWS LETTER DEGLI AMICI DELLA TERRA


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