“Quando il #PD ha finito di svolgere il congresso sulle spalle del Paese x favore ci avvisi. Il #mondoReale è allo stremo! #Renzi #Letta”. Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia fresco di nomina come responsabile della formazione degli amministratori locali in Forza Italia, sceglie Twitter per suonare la sveglia al Partito Democratico e all’esecutivo.
Sindaco, Forza Italia sarebbe pronta a sostenere un governo Renzi?
Un governo lo si guarda per il suo fine. Questo non è avere Renzi o Letta come leader, ma affrontare le urgenze del Paese. Ora è chiaro che Letta ha fallito. Noi siamo pronti a parlare con chiunque, se ci sono le condizioni. Altrimenti si torni alle urne.
Meglio il voto secondo lei?
Forza Italia è stata il partito più responsabile e più disponibile ad affrontare le emergenze in Italia. Ad ogni chiamata, FI c’è stata. E anche ora possiamo assicurare che sui contenuti noi ci saremo. La palla ora passa al Pd, sono loro ad avere maggiori problemi di identità.
Anche voi in realtà sembrate piuttosto divisi tra vecchia e nuova guardia…
Io di fatto non vivo molto questa contrapposizione. Ma anche se ci fosse, la ricetta formidabile per superarla è mettersi a lavorare, non pensare troppo alle dinamiche del partito ma rendere il partito funzionale a rispondere alle domande dei cittadini.
C’è un problema di successione alla leadership di Berlusconi in Forza Italia?
Chi ha più voti è il leader naturale. Per questo a oggi per volere di una folta schiera di elettori resta Berlusconi il riferimento per il centro-destra.
Un riferimento non candidabile però. Come se ne esce? Con le primarie come chiede Alfano?
Al di là di questo, un leader è un leader e per noi resta Berlusconi. Le primarie sono un buono strumento di selezione, sono legittimate da una forte spinta dal basso ma mi sembra che in questo momento sia un discorso prematuro.
Non era lei, leader dei Formattatori del Pdl, a promuoverle nel 2012?
Sì, resto un fervente sostenitore delle primarie ma oggi non sono all’ordine del giorno, altrimenti si finisce per fare come Flavio Tosi che si candidò, diciamo, fuori tempo massimo. Io da ingegnere sono abituato a pensare alle cose concrete. E oggi sono altre le esigenze del Paese.
Intanto la Casa della libertà 2.0 pare riorganizzarsi con Casini e Alfano, nonostante le critiche di ritorno al passato…
Invito a lasciare i personalismi da parte. Casini ha i suoi pro e i suoi contro, ma ha un elettorato che lo segue e quando uno ha i voti ha ragione. In un gioco di squadra conta rinnovare ma anche tenere insieme i pezzi.
Non sono pezzi troppo diversi tra loro? Non si rischia un “guazzabuglio” difficile da gestire il giorno dopo le elezioni?
Sono i fatti a smentire questa versione. I governi di centro-destra sono tra i più stabili della storia della Repubblica. Bisogna chiarire prima i contenuti e far sì che i piccoli partiti non abbiano potere di ricatto. Mi sembra che la nuova legge elettorale vada proprio in questa direzione, rispondendo alla domanda “che Paese vogliamo? Un Paese che privilegi la semplificazione o la rappresentanza di tutti tutti gli attori in campo?” Penso debba prevalere la prima.
Come sta procedendo il processo di riorganizzazione in Forza Italia?
Siamo impegnati in un processo di rilancio che passa per la rigenerazione della forze in campo e l’innesto di una componente nuova. Quello che importa è che i sondaggi ci stiano premiando, il trend di fiducia è in crescita e questo è un ottimo segnale.