Secondo le ultime statistiche di vendita dei telefoni fissi stanno calando notevolmente le richieste degli apparecchi. Ecco perché non si chiama più da casa.
Se ancora una ristretta fascia di italiani resiste alle telefonate da casa stando in piedi di fianco al mobiletto dell’apparecchio, con la cornetta appoggiata alla spalla e il filo arrotolato alle dita, la maggior parte degli utenti, invece, decide di confrontare le offerte di Infostrada o quelle di Telecom soprattutto per l’adsl e la connessione a Internet.
Il telefono fisso, infatti, sembra essere diventato oggi, uno sconosciuto come confermano le ricerche del settore, per esempio quelle portate avanti dall’Osservatorio trimestrale delle telecomunicazioni di Agcom. Poco importa quale sia l’operatore scelto, la linea di casa si usa per internet mentre il piano voce va scomparendo e gli italiani preferiscono chiamare dal cellulare.
Sicuramente per i consumatori è una buona notizia poter scegliere tra numerose offerte: trovare le tariffe più convenienti di telefonia, infatti, significa può risparmiare considerevolmente sulla bolletta. Ormai, però, il passaggio al cellulare sembra essere stato compiuto definitivamente, per cui le vendite di fissi stanno crollando.
Le cabine Sip, il vecchio gettone telefonico, l’apparecchio fisso, tutto questo potrebbe entrare a far parte del passato della telefonia. A darne la conferma è arrivata la ricerca Gfk-Eurisko commissionate da Seat Pg Italia e ripresa dal Giornale di Brescia che quantifica il problema a partire dalla diffusione delle Pagine Bianche, cioè l’elenco telefonico degli utenti privati (per le aziende, lo ricordiamo, valgono le Pagine Gialle, ndr).
Con l’avvento dei telefoni cellulari queste guide stanno infatti perdendo d’importanza così come i numeri di telefono. Se da un lato le guide vengono consultate da 15,8 milioni d’italiani, i numeri presenti sono sempre meno a causa della crisi che colpisce le aziende che chiudono e per via della decisione delle famiglie di non avere più il fisso perché hanno deciso di abbandonare il numero di casa.
Anche l’Agcom, nella seconda rilevazione trimestrale del 2013 sulle telecomunicazioni, ha rilevato questo trend. Rispetto allo stesso periodo del 2012, in Italia, infatti, si è assistito ad un crollo delle utenze telefoniche domestiche: -570.000 linee rispetto al settembre 2012, in aumento rispetto alle 490.000 linee “perse” tra 2011 e 2012.
DI contro, invece, c’è da registrare un aumento del traffico dati da dispositivo mobile con una crescita delle SIM del 25 per cento ed una crescita del volume dati scambiati del 34,6 per cento. A piangere è stata soprattutto Telecom Italia che in un anno ha perso due punti percentuali, attestandosi al 63,5 per cento dell’utenza con 13,5 milioni di linee fisse.
Un dato in deciso calo, rispetto ai 14,99 milioni di linee fisse del secondo trimestre 2011. Anche Vodafone e Wind non sono certo in una situazione migliore, segno che la flessione, seppur contenuta, non dipende dall’operatore. Entrambe hanno difatti perso circa lo 0,1 per cento rispetto al secondo trimestre 2012.
Fastweb, invece, ha segnato un’inversione di tendenza: ha fatto registrare, infatti, un significativo balzo in avanti sia su base annuale (con un +1,4 per cento) sia su base trimestrale (+0,3 per cento), con Tiscali che invece fa registrare un +0,2 per cento. Ed a questi dati va aggiunto che per quanto riguarda le nuove linee gli accessi sono aumentati di circa 250 mila unità per una crescita mensile di 30 mila linee.
Il mercato è quindi dinamico e coinvolge nel suo insieme anche i servizi che offrono connessioni ad internet come ad esempio Linkem. Lo dimostrano i dati riportati da Finanza.com che dimostra come ad un calo del 2% nelle linee telefoniche sia corrisposto un medesimo calo anche nella banda larga.