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Non solo Chen Feng, ecco perché i paperoni asiatici puntano sul calcio europeo

A sentire le notizie pubblicate negli ultimi giorni, l’accordo per l’entrata del magnate cinese Chen Feng nella proprietà della AS Roma è in dirittura d’arrivo. Il patrono della Hunan Airlines, quarta compagnia aerea della Repubblica popolare, prima privata, di cui si parlò per un possibile accordo con Alitalia, acquisterà le quote di minoranza della società giallorossa, partecipata da Unicredit.

La maggioranza rimarrà agli americani di James Pallotta, che rilevò la società nel 2011. “A quel punto la volontà esplicita della proprietà mista sino-americana è di fare del team giallorosso una squadra davvero globale, più ancora del Barcellona o del Manchester United, in grado di far lievitare audience e affari”, scrive oggi Repubblica.

Per i tifosi cinesi, scrive il China Sport Daily, l’ipotesi va oltre l’impegno di Chen nel club capitolino. In ballo ci sono gli investimenti del Dragone nel “sogno del calcio europeo”. L’attenzione si concentra sui cinque principali campionati continentali, spesso verso squadre medio piccole.

In economia il flusso di capitali, le fusioni, i trasferimenti sono comuni. Tuttavia considerata la specificità del mondo del calcio, in particolare del calcio cinese, gli investimenti cinesi in quello europeo sono spesso difficili da comprendere”, si legge nell’analisi, del quotidiano sportivo cinese, pubblicata ai primi di febbraio e ripresa sul portale dell’Amministrazione nazionale per lo sport, che non nasconde uno dei dubbi sul perché, considerati gli scarsi rientri di quanto messo nel calcio d’oltre Muraglia, gli imprenditori cinesi decidano di andare in Europa.

Altro nodo da chiarire è la reazione dei tifosi. L’arrivo di Chen a Roma sembra accolto con entusiasmo dal pubblico. Così però non fu nel caso del Manchester United, passato in mano statunitense. Una trasferimento che spinse anche un gruppo di tifosi a fondare un nuovo club, lo United of Manchester, in opposizione alla dirigenza Usa.

In questo contesto i capitali cinesi si portano dietro anche la diffidenza verso il Dragone e verso gli imprenditori che spesso contano legami con la dirigenza di Pechino. L’impegno calcistico cinese potrebbe essere ripagato con le ricadute “in visibilità e influenza internazionale, come è stato per il russo Roman Abramovich con l’acquisto del Chelsea”.

Non a caso la Gran Bretagna è stata la prima scelta di Kenneth Huang, con il controverso fallito tentativo di acquistare il Liverpool nel 2010, il cui nome è legato anche agli investimenti del 2012 nell’Inter, all’epoca ancora in mano a Massimo Moratti, prima dell’era dell’indonesiano Erick Thohir.

Altro nome circolato all’inizio per la Roma e più di recente, secondo le indiscrezioni del tabloid Mirror, per gli inglesi del Southampton è quello di Wang Jianlin. Il patron del gruppo Dalian Wanda  -colosso che spazia dalle costruzioni, al turismo, all’intrattenimento – è di sicuro richiamo. Wang è l’uomo più ricco di Cina, con una fortuna pari a 14 miliardi di dollari. Ma le aspettative per i tifosi inglesi si sono infrante, al momento sulla smentita arrivata dalla Dalian Wanda attraverso il China Business News. In porto andò invece nel 2009 la scalata del magnate di Hong Kong Carson Yeoung al Birmingham City, attraverso la Birmingham International Holdings.

All’inizio di febbraio l’imprenditore hongkonghese ha tuttavia rassegnato le dimissioni da presidente del club perché invischiato in un caso di riciclaggio. Intanto, per rimpinguare le casse della società, il 12 per cento è stato venduto alla Beijing Liangzhu International Media, società specializzata in pubblicità di cui però si sa poco, cui, nell’ambito dell’accordo spetteranno due poltrone nel consiglio d’amministrazione del club.

Come sottolinea Breaking Views di Reuters, il controllo di capitali in Cina e l’opacità del sistema legale rendono di difficile “seguire il denaro”. Anche per questo la Birmingham International Holding ha chiesto agli acquirenti un deposito del 22 per cento su 5,8 milioni di dollari dell’operazione per evitare sorprese.

La liquidità cinese può essere benvenuta, spiega BV, ma spesso gli oggetti del desiderio cinese sanno poco sul conto di chi mette i soldi. Timori che, come sottolineato dallo stesso China Sport Daily, conoscono anche oltre Muraglia. Tuttavia, conclude il quotidiano le acquisizioni cinesi nel mondo del pallone europeo sono appena agli inizi. E nonostante i problemi sarà possibile trovare soluzione alle contraddizioni.

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