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Una cortese domanda a Saccomanni

Ma Saccomani, è sicuro di essere un ministro italiano?

Sconcertano le dichiarazioni che il ministro d’ufficio Saccomanni ha rilasciato da Bruxelles. Tutti possono leggerle on line. Sono preoccupanti i toni e i tempi che ha scelto per le dichiarazioni. Dobbiamo anticipare che la comunicazione del ministro durante i suoi mesi al governo dell’economia sarà memorabile per noi analisti, per autorevolezza e perspicacia nell’ indovinare l’inimmaginabile, sia per i dati congiunturali che per le proiezioni sulla crescita economica del paese, nonché per le valutazioni di mercato che ha offerto agli italiani nel trattare da Davos gli interessi nazionali.
I proclami, appena uscito dalla riunione dell’Ecofin però, pongono due interrogativi utili alla comprensione umana del caso.

Il ministro, nell’ augurare al futuro governo Renzi la correttezza verso i patti assunti con Bruxelles, parlava da rappresentante del governo italiano, pur d’ufficio, oppure da rappresentante della Commissione europea o di Schnaubel? No perché il dubbio dal tono minaccioso ci ha percorso la mente e il cuore. La prima per la fedeltà ai principi della Repubblica che rappresenta un ministro in noi che crediamo ancora alla pur lesa sovranità e dignità istituzionale all’estero, il secondo per la passione e il sentimento che accompagnano i comunicati e le dichiarazioni, pari solamente alla tradizionale frase di compianto che un famoso ministro DC della prima repubblica usava davanti ai suoi conterranei del Mezzogiorno a Roma, “il mio cuore sanguina”, per voi fratelli miei…

Ora, come faremo noi senza la sua competenza, senza le sue memorabili conferenze a Londra e New York con gli investitori esteri, privi degli oracoli di Berlino e Francoforte?
Certo che mentre lei dichiarava tutto cio’ non ha potuto sentire quello che l’esimio Schulz, che sarà forse in campagna elettorale per qualche posto di rilievo ma pur sempre socialista europeo, ha dichiarato all’ uscita dell’ Ecofin: Il governo italiano può sforare il rapporto deficit pil se vengono fatte le riforme istituzionali e se la crescita economica avverra’ con criteri di omogeneita’ con i parametri europei applicati.

Non sappiamo a chi credere ministro, se a Lei o a Schulz, che non ci risulta sia stato docile con noi italiani in questi anni. Ma il vero dilemma e’ dovuto a una domanda quasi spontanea: lei che interpreta cosi bene l’integrità europea e i rischi che correremmo se non rispetteremo i patti e i trattati, questa domanda l’ha fatta ai suoi colleghi tedeschi o francesi, per non parlare degli olandesi o belgi, che per anni hanno e proseguono a violare il rapporto senza pudore e criteri dei fondamentali economici ed econometrici comunitari, come ribadito piu’ volte dal FMI? Di multe alla Germania e alla Francia non ne abbiamo mai udito il suono, visto che paghiamo già quelle per la giustizia e non quelle delle quote latte che ci è arrivato alle ginocchia, come in Baviera. Pensi, il nuovo ministro tedesco all’Agricoltura è l’ex ministro della Difesa. Auguriamoci che lei possa mettersi a disposizione della chiamata della Patria eventualmente come il collega. Sicuramente saprà interpretare meglio quelli provenienti da Bruxelles e Berlino, ma sa, noi giovani non amiamo moltissimo la lirica e la musica classica, tranne qualche aria di Mozart e Beethoven, come il Flauto Magico, la Marcia Funebre e l’ Inno alla Gioia. Amen.


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