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FRENATA AMERICANA L’indice Ism che misura l’andamento del settore manifatturiero Usa scende a gennaio a 51,3 punti dai 56,5 di dicembre. È il punto più basso dallo scorso maggio, un calo molto più marcato di quello previsto dagli analisti (Bloomberg). La notizia agita i mercati (Repubblica) anche perché coincide con il ritorno del tormentone attorno all’innalzamento del tetto del debito americano (Financial Times).
*Meno 325 (il Dow Jones): cosa teme Wall Street (il blog di Federico Rampini)
ACCELERATA SPAGNOLA Scenario decisamente diverso in Europa dove il settore manifatturiero sale a 54 punti (livello più alto da maggio 2011). Bene la Spagna con l’indice Markit che passa da 50,8 di dicembre a 52,2 (Abc).
Il tweet di @davidealgebris: «SPAIN: impressive PMI number. 52.2 and employment improving. Reforms have started to pay off. Let’s wait for Italian PMI with no reforms..»
SOTTO OSSERVAZIONE Sullo sfondo resta la preoccupazione per la crescita dei tassi di interesse nelle economie emergenti. Dopo India, Turchia e Sud Africa tocca a Russia e Ungheria? (Reuters)
E L’ITALIA? Il nostro Paese fa registrare una lieve flessione (da 53,3 a 53,1), comunque contraria alle previsioni degli analisti che davano l’indice in crescita.
Da leggere
*Ecco perché la Germania sta facendo incetta di Pmi italiane (Sole 24 Ore)
DEBITI PA La Commissione Ue ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese (Il Fatto Quotidiano).
CORRUZIONE RECORD Come se non bastasse l’Europa lancia anche l’allarme corruzione. Secondo il report stilato dalla Commissione Ue il fenomeno costa ogni anno all’economia europea circa 120 miliardi di euro (Reuters). Stando alle stime della Corte dei Conti, riprese da Bruxelles, la metà di questo costo, 60 miliardi, grava sull’Italia (Repubblica).
*La bufala dei 60 miliardi di euro di corruzione in Italia (Il Post)