“Sono tantissimi i nostri che dicono: ma perché dobbiamo andare al governo? Ma chi ce lo fa fare? Ci sono anch’io tra questi”. Matteo Renzi, stamattina ad Agorà, torna a escludere un suo sbarco a Palazzo Chigi prima dell’investitura popolare.
Eppure nei tre schemi di gioco elencati a Repubblica, il terzo lascia di fatto una porta aperta a questa possibilità. Con il governo di legislatura fino al 2018, il nome del premier è “secondario”, fa sapere il segretario Pd, anche se il programma che ha in mente per questo esecutivo, “la riforma dell’Italia”, sembra fare rima con il suo nome. Sì, i rischi di “bruciarsi” ci sono tutti ma vedere il proprio sogno realizzarsi in anticipo potrebbe essere una tentazione difficile da resistere. Del resto, anche ad aprile si fece il nome del sindaco per la guida delle larghe intese, poi affidate da Napolitano a Letta. E non arrivarono veti da Firenze.
Anche il muro del cerchio magico renziano ora sembra scricchiolare. Dopo i no in sequenza arrivati negli ultimi giorni, da Paolo Gentiloni a Ivan Scalfarotto a Nicola Latorre, si notano atteggiamenti più aperturisti. Dario Nardella, braccio destro del sindaco, in un’intervista al Messaggero, fa notare come sia “evidente che molti vorrebbero un governo guidato dal segretario Pd”. E pur avvertendo che “l’accelerazione verso Palazzo Chigi è rischiosa per Renzi e per il Pd” e che “Renzi non ha fatto le primarie chiedendo di diventare premier tramite un’operazione di Palazzo”, dice: “Stiamo a vedere”.
Il renziano Ermete Realacci a Formiche.net ha enunciato pro e contro di Renzi premier subito: “Sarebbe un rafforzamento, ma potrebbe essere al contempo anche un errore. Rappresenta, indipendentemente dal giudizio che si vuol dare su di lui, una grande occasione di cambiamento. Per cui giocarla in una condizione compromessa come quella di un governo forzatamente di coalizione, non avrebbe senso”.
E non di scricchiolii ma di un vero e proprio scossone si può parlare a proposito dell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera da Lorenzo Guerini, portavoce renziano del partito e coordinatore della segreteria: “Capisco le resistenze di Matteo, ora però ci vuole coraggio”.
Così, all'”impossible” dell’immagine pubblicata su Twitter dal renziano Ernesto Carbone, si può cancellare l'”im” iniziale, rendendo forse questa sfida possibile.
E quel “foglio excel” con le riforme da fare per il governo di cui il segretario Pd è tornato a parlare oggi, “”sanno dov’è quando hanno voglia di parlarne noi ci siamo”, ha detto, più che per il Letta II, potrebbe essere la road map per il Renzi I.