Ho letto la lettera di una ragazza palermitana di 29 anni, una giovane donna, una dei laureati italiani , come tanti altri, http://www.direttanews.it/2014/02/19/caro-john-nipote-di-lettera-di-una-ragazza-disoccupata-a-elkann/ e ve la consiglio.
“Il lavoro c’è, ma i giovani non hanno ambizione. Stanno bene a casa”. Le parole di John Elkann, presidente Fiat, nei giorni scorsi avevano sollevato un polverone. Poi c’era stata la parziale retromarcia: “volevo incoraggiare i giovani”.
Claudia decide di raccontare la sua storia come risposta a quelle parole, che suonavano ancor più stonate dei già famosi: bamboccioni, choosy.
Perché? Perché la ferita Fiat è ancora grave.
Leggendo mi viene di dire che Claudia risponde a uno dei nipoti… che non si fa in quattro per essere all’altezza di un grande imprenditore. Sempre che in 4 non voglia dire dividersi tra Italia, Usa, e le sedi fiscali all’estero.
Non ci provo gusto neppure a scrivere su questo tema, forse anche io anni fa avrei risposto con una lettera, ma è un gioco delle parti che mi sembra diventato noioso, perché difendere i giovani in questa ultima diatriba è persino troppo giusto e facile, sarebbe meglio mettere contro il muro John o come si chiama e dirgli: ma tu, ti senti di aver combinato qualcosa nella vita? di aver dato il tuo contributo sociale, culturale, umano, imprenditoriale? ognuno deve farlo dal punto in cui parte, e se il tuo è più complicato beh sappi che non sei all’altezza: impegnati di più.