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La bellezza del sud contro il degrado

Su Pompei si sono già spesi fiumi d’inchiostro. Non invano, visti gli ultimi sviluppi. L’attenzione mediatica che la stampa e tutto il mondo le riserva non è mal riposta. Il Ministro dimissionario Bray ha dedicato grande attenzione a tutto il territorio campano, ricco di perle riconosciute tra il Patrimonio Mondiale Unesco. Il Sud è ricco di bellezza. La Campania ne concentra una grande parte.

Quello che manca è l’educazione alla cultura della bellezza. All’amore per la bellezza contro il degrado. L’incuria delle strade che conducono a questi tesori. L’incuria che spesso coincide con l’abbandono, come è successo per molti anni alla Reggia di Carditello, oggi restituita alla sua comunità grazie allo Stato. Segnali importanti al Sud, in Campania, nel casertano.

Ed è questo il punto. Giovedì 21 febbraio uscirà nelle sale italiane, in contemporanea mondiale, il kolossal di Paul Anderson su Pompei. Il film hollywoodiano che grazie ad un sapiente lavoro di computer-graphic farà rivivere sullo schermo l’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo. Un’opera grandiosa. E non è la prima sul tema. Recentemente il British Museum ha prodotto un film ispirato alla mostra pompeiana ospitata nel 2013 a Londra, con boom di visitatori ed incassi da record. (I 300 reperti erano nostri, gli introiti da record no, come ha documentato l’inchiesta del programma di Rai1, Petrolio).

E noi italiani? Staremo ancora una volta a guardare? Apprezzeremo o criticheremo l’opera americana che potrebbe trasformare Pompei in meta di pellegrinaggio per il turismo internazionale, più di quanto oggi già lo sia? Così come i sassi di Matera, altro sito del Patrimonio Unesco, diventati grande attrattore turistico grazie alla visibilità del controverso The Passion di Mel Gibson?
Passano gli anni e l’amarezza rimane. Soprattutto se si ama la propria terra. E se si pensa che dalla bellezza del Sud passi il suo riscatto.

Un riscatto morale animato da chi crede e investe a Sud. E’ successo agli Scavi di Ercolano grazie all’accordo dell’allora MiBAC (oggi MiBACT) con la Fondazione Packard. E’ successo con il MAV di Ercolano, esempio virtuoso di cooperazione territoriale. Al suo interno non reperti storici, ma archeologia virtuale. Una nuova modalità di fruizione del patrimonio archeologico, che sembra avere molto successo.

E succede ogni giorno grazie a chi investe in cultura della conoscenza come i giovani della Fonderie Culturali, associazione no profit, gestita da professionisti salernitani under 40, che animati dalla passione per la propria terra, hanno avviato una virtuosa collaborazione con il Museo Archeologico di Salerno. Ogni settimana propongono nel Museo percorsi ed attività d’avanguardia nella valorizzazione culturale del territorio, come quello di sabato prossimo (22 febbraio) “Sabato sera al Museo. Speciale film Pompei dal British Museum”. Un modo intelligente per “riappropriarci” di ciò che è stato valorizzato da altri.

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