I dossier più urgenti sul tavolo del governo che il nuovo premier affronta alle 6.30 di mattina, come ha scritto su Twitter, convincono gli italiani. Lo rivela l’ultimo sondaggio di Lorien Consulting, in collaborazione con Italia Oggi. C’è molto gradimento ma anche molta attesa per l’ambizioso programma che si è prefissato Matteo Renzi. Al primo posto c’è il piano lavoro, considerato il provvedimento di maggior importanza per il 58% degli italiani. Seguono riduzione del 10% del cuneo fiscale (48%) e gli interventi promessi sull’edilizia scolastica (45%).
IL GRADIMENTO
Passa dalla realizzazione di questa agenda il livello di gradimento che il governo riuscirà a mantenere nei prossimi mesi. Livello che parte da un non entusiasmante 57%, inferiore sia al governo Letta che al governo Monti. Un segnale non necessariamente negativo, fa notare però l’amministratore delegato di Lorien Consulting, Antonio Valente: “In primo luogo esso è un governo più politico dei precedenti che naturalmente tende a polarizzare maggiormente l’opinione pubblica. In secondo luogo nasce in maniera anomala senza una sfiducia vera e propria del precedente governo, senza un passaggio elettorale e senza il senso di emergenza e ineluttabilità che aveva segnato ad esempio l’arrivo di Monti. Infine parte comunque con un 10% in più rispetto al Governo Letta uscente e ben il 20% in più della fine del Governo Monti”.
IL PECCATO ORIGINALE
Sul giudizio iniziale non esaltante del governo Renzi può aver pesato il suo “peccato originale”, cioè le modalità con cui è nato. Il 28% dei cittadini considera poco democratico il passaggio di potere tra Enrico Letta e il segretario del Pd.
Una fetta molto ampia della popolazione viceversa lo ritiene necessario per restituire al governo la capacità di agire (24%), per poter cambiare la legge elettorale (21%) o comunque un’azione coraggiosa da parte del nuovo premier (20%).
E ora avanti con l’esecutivo fino a fine legislatura o almeno per un anno, dice il 61% degli italiani.
BERLUSCONI CRESCE
Nonostante il governo a trazione renziana e la forte esposizione mediatico della sua guida, il centrodestra si mantiene ancora avanti di un paio di punti percentuali (contando l’apporto determinante dell’Udc) nelle intenzioni di voto: 36,5 a 34,5%.
Cresce anche il M5S, ma questa rilevazione è stata condotta prima del caos espulsioni che ha travolto il movimento negli ultimi giorni.