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Letta-Renzi #riprendetevi

Vorrei chiedere a Enrico Letta e Matteo Renzi: “vi rendete conto di quello che state facendo?” e dato che va di moda usare gli hashtag allora #riprendetevi

Non si può non osservare che, dopo tutti casini che abbiamo avuto negli ultimi anni, questa faccenda è semplicemente “ridicola” per usare le parole di Lucia Annunziata. Abbiamo un Premier che è stato messo a gestire una maggioranza traballante fatta da PD e PDL con il sostegno del “Centro“, dal Presidente della Repubblica, con l’auspicio di poter fare, entro un 15 mesi, le riforme fondamentali per rimettere in carreggiata la Politica.

In questi mesi non è stato fatto quasi niente, in tal senso. Per carità, hanno mantenuto la barca a galla e ne siamo riconoscenti, ma sembra che sia la Corte Costituzionale, oggi, l’unico organismo che fa effettivamente le riforme: boccia il Porcellum e dà indicazioni per una nuova legge, boccia la Giovanardi-Fini e obbliga adesso la Politica a rivedere l’intera questione, in futuro probabilmente boccerà ogni altra legge fatta dai tre precedenti governi, che sono stati uno peggio dell’altro.

A noi cosa resta? Delusione, sgomento e rabbia. Sì, rabbia perchè Matteo Renzi ha ricevuto dal popolo delle primarie un grande incoraggiamento a fare qualche cosa per il Paese, ma il neo Segretario ha confuso il consenso di poco meno di un milione e novecentomila persone come l’acclamazione a furor di popolo per fare una insensata “staffetta” con Letta.

Per quello che vale, la mia personale opinione è un secco “no” a questa opzione. Matteo Renzi, che sembra aver smentito se stesso rispetto alla campagna delle primarie, ha ricevuto un incarico che lui stesso sa essere una sorta di “ultima spiaggia“. Non aveva convinto me e non lo ho sostenuto, oggi dico che sono pronto a sostenerlo per il bene del PD e del Paese, ma deve essere coerente e deve essere onesto: deve concludere l’accordo, con le migliorie proposte dal Parlamento, sulla legge elettorale e se Letta non è in grado di andare avanti, cosa assai ovvia e palese, deve dirsi non disponibile per subentrare come Presidente del Consiglio. Napolitano può dire che le votazioni sono una sciocchezza, ma se i numeri non ci sono e la disponibilità del Premier in pectore nemmeno, dovrà prendere atto della situazione e sciogliere le Camere.

Perchè sbaglierebbe Renzi a fare le scarpe a Letta?

1) perché le larghe intese continuerebbero malgrado avesse detto “mai più”,

2) perché un governo come quello che si configurerebbe è un governicchio debole, incoerente e chiassoso,

3) perché le riforme resterebbero al palo per i prossimi 4 anni,

4) perché in vista del semestre europeo ci serve un governo legittimato da un Parlamento scelto dal popolo e con una legge elettorale costituzionale, non con quella “porcata” di porcellum.

Potrei andare avanti pagine e pagine per dire che il voto anticipato è auspicabile rispetto a qualche manovra di palazzo, che seppur lecita, andrebbe a rafforzare le posizioni anti-sistema del M5S e di Grillo e a rinvigorire un Berlusconi che lo stesso Renzi ha contribuito a ricaricare di energia.

Il sogno del “cambia verso” inizia a schiantarsi nel “non cambia nulla verso, si torna tutti indietro“. Un secco no, quindi alle manfrine di Renzi, come le ha definite il direttore Michele Arnese su Formiche.net e un secco no ad un “tirare a campare” per accontentare qualche parlamentare voglioso di prendersi qualche poltrona, qualche indennizzo extra o che alle prossime elezioni sarebbe quasi certamente fuori.

Stiamo assistento all’ennesimo atto di masochismo del Centro Sinistra, dove da maggioranza finiremo nuovamente in minoranza, dove alle grandi speranze saranno offerte delusioni e un senso di inaffidabilità che questa volta porterà il PD a fondo assieme al suo nuovo Leader. Un problema politico e istituzionale non può essere affrontato con un caffé e un bisticcio faccia a faccia tra due persone: non siamo un’oligarchia, né una monarchia.

Era in sostanza il mio timore maggiore: che il protagonismo di Renzi si trasformasse in leaderismo e che il PD, unico partito non personalistico del panorama politico italiano, sopravvissuto a molti segretari, potesse affondare con il suo “capo“. Il rischio è questo per il partito, mentre per il Paese c’è il pericolo di una nuova ondata di instabilità e disaffezione verso la politica che andrà a rafforzare, ovviamente, le fila degli euroscettici, degli estremisti e di tutti coloro che vogliono asfaltare le istituzioni che oggi davvero sembrano irriformabili. Non commettiamo l’ennesima sciocchezza autolesionista.

Renzi? Letta? PD? #riprendetevi



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