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Lettera aperta a Laura Puppato

Cara Laura,

Ti scrivo questa lettera perché nel caos generale di queste ore, la tua posizione è quella che più mi ha colpito e in un certo senso lasciato basito.

Ti stimo e rispetto, era così prima è così oggi. Ti ho scritto in privato per esprimerti il mio disappunto, so che sei molto impegnata e non mi aspetto una risposta, allora mi trovo qua, ora, a scriverti pubblicamente.

Malgrado quello che penso, devo dire che per quanto la mia stima per te sia grande, la tua lettera non è stata convincente né credibile. Dai, una spiegazione più convincente potevi scriverla. Credo, ma temo, che in realtà non sei convinta nemmeno tu.

Letta era esponente di spicco del PD e il Governo da lui presieduto, anche quello era PD. Tu scrivi che “ciò che è accaduto ieri non è banale, non è un semplice passaggio di testimone da un premier all’altro, dove gli attacchi sono sul modo, non proprio con il  “modus in rebus” suggerito dai latini, più che sul perché“.

Anche il Governo (forse) di Renzi sarà PD: non è cambiato niente, ci saranno ancora Monti, Casini, Giovanardi e Alfano. Pensare che Renzi possa dominare i giochi con il Nuovo Centro Destra e il Centro azzoppato di Monti, lo trovo superficiale. Basta leggere già le dichiarazioni della Lorenzin. E tu però scrivi: “cosa cambierà domani con un nuovo governo? Da questo punto di vista nulla, ma stanno cambiando il metodo, la logica e anche i rapporti di forza“. Da dove ti deriva questa convinzione?

Nella tua lettera parli dell’urgenza, e della legge  elettorale, ma sai bene che questa poteva essere votata con Letta e il suo Governo e poi andare al voto.

Nella tua lettera accorata, ti giustifichi. Anzi, ti convinci che nel dubbio era meglio agire, per evitare di stare ad aspettare il morto passare. Ma non è questo che ti si chiedeva, non era questo che si prospettava. Civati e altri 15 hanno espresso una linea politica chiara e una coerenza unica. Perché, in realtà, non sei rimasta coerente?

Le riforme di cui l’Italia ha bisogno sono molte, non solo la legge elettorale.

Ma dimmi, Laura, con questa maggioranza che si prospetta, pensi davvero, e se sì spiegami come, di poter discutere di same-sex marriage? Sarà una contrattazione al ribasso con Casini e Giovanardi per dare qualche briciola a chi, nelle primarie, ti ha dato il suo appoggio anche sulla base di un programma che parlava di matrimonio omosessuale e non di patti civili o robe simili? Sarà una contrattazione sui diritti e dunque sulla pelle delle persone? Cosa farai quando ti diranno no?

Ma andiamo avanti. Dopo le vicende di Lampedusa ci eravamo detti che dovevamo intervenire sulla questione, e come pensi di poter discutere di diritti dei migranti? Dello ius soli? E della Bossi-Fini? Con chi questa legge l’ha voluta e votata e con chi del diritto di cittadinanza agli stranieri non vuol sentir parlare?

Vedo all’orizzonte una palude non molto diversa da quella di oggi. Ma ci sono altri temi fondamentali, o per lo meno era questo che ci eravamo detti in campagna elettorale per sostenere Civati. Per esempio, pensi di poter mettere mano alla riforma del lavoro o delle pensioni con il Centro che quella riforma l’ha voluta e attuata?

E sugli F-35? Con Mauro e i centristi pensi di trovare un accordo definitivo? Ma quante domande potrei farti ancora, nel merito delle varie questioni?

 

Cara Laura, pensi di poter realmente cambiare le cose e di andare avanti fino al 2018 con questa probabile nuova maggioranza? Nella tua lettera mancano riferimenti al concreto, a questi temi che sono parte del nostro programma e delle nostre vedute. Alla “gente” che ci ha votato questa cosa appare, temo, come un inganno o per essere gentili una pazzia.

Come ci presenteremo alle prossime elezioni? Con questa scelta Berlusconi e Grillo avranno molte cartucce a loro vantaggio, per i prossimi anni. Ci accuseranno di incoerenza, di arrivismo e sì, Grillo avrà gioco facile a dire che siamo tutti uguali e che niente è riformabile, tanto poi davanti ad un caffè si accordano sul destino di una nazione.

Per il bene del PD e del Paese, spero di sbagliarmi e sarò felice di dire tra un po’ che ero pessimista e in malafede, ma non so, temo che alla fine si brucia Renzi e con lui il PD e quel briciolo di speranza che c’era. Sì perché, non è lui a metterci la faccia, siamo noi tutti.

Con stima e cordialità

Federico

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