Skip to main content

Marò, perché la Corte indiana ha rinviato ancora l’udienza

Ancora una volta la Corte Suprema indiana ha deciso di rinviare alla prossima settimana l’udienza sul caso dei due marò italiani trattenuti nel Paese per la morte di due pescatori del Kerala.

LE DIVISIONI ALL’INTERNO DEL GOVERNO
Secondo fonti ufficiali, l’udienza è stata fissata per il 24 febbraio alle 14.30 ora locale (9:30 in Italia). Questo nuovo ritardo si deve all’attesa della Corte indiana nel ricevere dal governo una risposta scritta sull’eventuale applicabilità della legge antiterrorismo e antipirateria, il Sua Act. Ci sono molte divisioni all’interno del governo sull’applicazione di questa legge. “Abbiamo bisogno di tempo per decidere. C’è un dibattito in corso tra il ministro degli Esteri, quello dell’Interno e il collega della Giustizia”, ha detto il procuratore generale E. G. Vahanvati.

LA POSIZIONE ITALIANA
Invece, non ha più pazienza l’inviato del governo, Staffan De Mistura. “Adesso è troppo, tornino a casa”, ha detto da Nuova Delhi questa mattina. “Alla base del rinvio, il ventiseiesimo, il sesto in Corte Suprema, ci sarebbero le divisioni interne. Divergenze che sarebbero il frutto anche delle crescenti pressioni internazionali degli ultimi giorni”, ha detto De Mistura. L’avvocato della difesa, Mukul Rohatgi, ha ribadito in aula la posizione di Roma: “L’Italia non è uno stato terrorista e, dunque, non può accettare in alcun modo il ricorso al Sua Act”.

IL COMMENTO DI BONINO
Per il ministro degli Affari esteri italiano, Emma Bonino, “l’ulteriore inaccettabile rinvio dimostra l’incapacità delle autorità indiane di gestire la faccenda”. In collegamento telefonico con Tgcom24, il titolare della Farnesina ha detto che “tutte le opzioni sono sul tappeto, bilaterali e non… Le sottoporremo al nuovo governo che entra in carica tra alcuni giorni e che prenderà le opportune decisioni”, ha aggiunto.



CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter