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Mistero svelato, ecco perché il Corriere della Sera deve vendere via Solferino

Matteo Renzi dovrà “tirare fuori le sue qualità e vincere le proprie debolezze”. Per la situazione dell’Italia dobbiamo prendercela “con le nostre pigrizie e le nostre ipocrisie”. Renzi dovrà evitare le “tentazioni del carattere”: va bene il suo essere impulsivo e impaziente, ma “senza esagerare”.

Se fossi un candidato premier non vedrei l’ora di comprarmi, di primo mattino, il primo giornale d’Italia, e leggerci qualche imperdibile consiglio su cosa e come fare per giocarmi questa carta al meglio, per me e per il mio Paese.

E Renzi in effetti deve aver fatto prenotare in anticipo diverse copie del Corriere della Sera, questa mattina, per l’impazienza e l’urgenza di farsi venire qualche brillante idea, oltre quelle che già ha, e potersi magari appoggiare con la guancia sul cuscino rassicurante di qualche grande editorialista di carattere, di quelli che hanno fatto la storia non soltanto del giornalismo, ma dell’Italia, con le sferzate e le inchieste e le opinioni più diffuse nella penisola.

Ci sarebbe davvero piaciuto, stamattina, vedere su twitter un selfie di Renzi mentre legge l’editoriale del Corriere, a lui dedicato, con il consiglio di “guardarsi dalla popolarità”, di puntare a passare “alla storia, non l’estate”, di “resistere alle lusinghe degli adulatori”, di circondarsi di “persone capaci, oneste e sincere”, perché la palude italiana non è “popolata solo di aironi e fenicotteri, ci sono rospi, bisce e coccodrilli”, e così via in un tripudio zoologico di rara ficcanza.

Noi, fossimo stati Renzi, stamattina, avremmo capito davvero la cosa più importante che c’è da capire: come mai il Corriere della Sera, il primo giornale italiano, deve vendersi via Solferino.

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