Oggi, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha ufficialmente affidato a Matteo Renzi l’incarico di trovare una nuova maggioranza per formare il Governo Renzi I.
Ho già espresso le mie profonde perplessità circa questa situazione, tuttavia tutto è legittimo: il PDR nomina il Presidente del Consiglio e sarà il Parlamento, poi, a dare o meno la fiducia a questo esecutivo in formazione.
Ciò che mi ha stupito, ancora una volta, è l’atteggiamento di Renzi in conferenza stampa. Si legge nelle sue parole, si vede nei suoi gesti e lo si comprende dal suo modo di esporre i problemi: si sente invincibile, è un treno senza freni che va a 1000 km/h non curante di quello che lo circonda, ma soprattutto dei pericoli che ci sono in giro e dei rischi a cui ha esposto, non solo se stesso bensì l’intero PD e in secondo luogo l’Italia.
Ci fa piacere sentire che ci metterà “tutta l’energia e tutto il coraggio che ha” (sembra una citazione delle canzoni di Jovanotti). Ma che dire degli impegni che si è preso? Che dire delle aspettative enormi che si è caricato addosso e di cui si è fatto carico?
Si è dato come calendario la risoluzione di problemi complessi come la legge elettorale, il lavoro, la riforma della PA e il Fisco, con cadenza mensile. Nella sua fantastica visione delle cose, riuscirà a fare le riforme di cui l’Italia necessità nel giro di cinque mesi, ma il governo durerà fino al 2018. In questo azzardo ci possiamo leggere ingenuità politica, arroganza, una mente visionaria o una patologia legata all’autostima.
Pensa Renzi di essere un super-uomo? In questo caso mi associo alla critica di Rodotà, che diceva non basta l’uomo nuovo, ma serve un progetto politico nuovo – Non possiamo pensare, ancora una volta, che un uomo solo, per quanto veloce e brillante, possa risolvere i problemi dell’Italia, le bacchette magiche non esistono e sfidarsi in questo modo procurerà delusioni fortissime, perchè Renzi non può credere che il Parlamento si pieghi ad ogni suo capriccio o richiesta, e che ogni sua proposta possa passare senza problemi.
Non possiamo nemmeno ipotizzare che Laura Boldrini o Piero Grasso facciano ricorso ogni volta alla tagliola per accelerare ogni provvedimento e piegare in questo modo il dissenso o le richieste delle opposizioni al volere del nuovo one-man-show in salsa PD. Ho difeso le prerogative della Presidente della Camera, ma se ipotizzo uno scenario futuro, credo non sarà più tollerabile.
Lasciatemi dire, con tutta l’onestà che posso, che spero di essere smentito in ogni singola parola che ho scritto da qualche giorno a questa parte. Se Renzi riesce in cinque mesi a fare tutto ciò che ha detto, ostentando una sicurezza invidiabile, tanto di cappello avremmo avuto il più grande leader politico degli ultimi 70 anni, con etichetta PD, ed io ne sarei più che felice. Ma dato che sono una persona prudente, che non fa mai un passo troppo lungo rispetto alla gamba, senza essere certo oltre il 100%, mi chiedo se Renzi ha fatto bene a dare show in questo modo. Cosa accade se fallisce?
I gruppi parlamentari non sono assoggettabili ai capricci del Leader di turno, nemmeno Berlusconi riusciva a tenere tutti a bada, e sappiamo del personalismo del suo partito, della potenza avuta con la più ampia maggioranza della storia repubblicana. Allora come farà Renzi ad avere gioco facile su temi così complessi come il lavoro, il fisco e la riforma della PA?
In questo gioco, ha messo tutto sul banco delle scommesse: ha messo la sua faccia, certo, ma sarebbe poco importante se non fosse che legato a doppio filo alla sua faccia c’è il destino del più grande partito italiano, la fiducia e la speranza di milioni di italiani e il futuro di un Paese.
In questo azzardo, voglio tenermi distante. Cerco di osservare con obiettività quello che accade e soprattutto accadrà, ma mi sento di dire a Renzi: hai esagerato, prendiamoci una camomilla e ragioniamoci su. Le cose fatte bene richiedono tempo, gli slogan non bastano e se si offrono ambizioni così titaniche bisogna essere davvero certi di riuscire a compierle, altrimenti la caduta sarà così rovinosa che il Centro Sinistra italiano non si riprenderà più tanto facilmanete.
Beata prudenza! Beata modestia!