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Vi svelo le finzioni alla Grande Fratello della direzione del Pd. Parla Rondolino

L’effetto Grande Fratello sulla politica? L’ha portato Beppe Grillo, certifica il renziano Fabrizio Rondolino, editorialista e comunicatore, che analizza, complice la diretta della direzione piddì di oggi, la compulsiva voglia di partiti e assemblee di dotarsi di dirette streaming che se da un lato offrono agli elettori una vetrina di ciò che accade in tempo reale, dall’altro non impediscono di immaginare che tutto si riduca a finzione come il Grande Fratello, con il rischio di “una sfumatura totalitaria in questa idea della trasparenza assoluta”.

La ricerca esasperata della trasparenza con dirette streaming di direzioni politiche consente a tutti di esprimersi davvero liberamente?
No, affatto, anzi. Penso in realtà che accada il contrario. Una discussione franca necessita di una certa riservatezza. Un po’ come avviene nel Grande Fratello, quanto sono autentici quei personaggi? In buona parte lo sono perché persone normali, ma in altrettante circostanze no per via delle telecamere, della nomination, per i telespettatori che osservano, per la fidanzata a casa che guarda, perché c’è una gara da vincere. Le direzioni date in streaming sono tutto questo.

Un grande circo a uso e consumo degli elettori?
Uno show con un fondamento reale, in quanto Franceschini, Letta e Cuperlo sono persone vere ma con una spettacolarizzazione forzata che fa smarrire l’autenticità.

Il tutto va a scapito dei contenuti?
No, per carità, ci sono anche quelli, non è che per forza non ci devono essere. Ritorno all’esempio del Gf: ha una dose di vero ma tutto è piegato alla logica da spettacolo. Aggiungo che quando c’è una riunione in diretta streaming, significa che prima ce n’è stata un’altra più ristretta e a porte chiuse. Perché è così. Per cui vedo una sfumatura totalitaria in questa idea della trasparenza assoluta. Infatti, non a caso, è una trovata grillina a cui in seguito si sono accodati tutti gli altri.

A proposito di Cinque stelle, cosa è cambiato da quell’incontro con Bersani nei giorni post voto del 2013?
In quell’occasione evidentemente hanno fatto spettacolo ad uso dei propri militanti, ma l’errore l’ha commesso Bersani: non sarebbe dovuto mai andare a quell’incontro. La riunione di partito è una cosa diversa, in quanto organismo che decide, in cui i leader espongono la propria posizione, ma il fatto che sia pubblica ne modifica la natura.

Crede che Renzi proseguirà nella modifica di modi e atteggiamenti anche in questa direzione?
Beh, intanto un risultato l’ha raggiunto convocando settimanalmente la direzione mentre Bersani non lo faceva. Quindi da un lato Renzi è molto democratico, per cui nessuno potrà rimproverargli di non ascoltare tutti, dall’altro oltre a convocarli, poi ridimensiona questi organismi dirigenti. Si tratta di riunioni brevi e su argomenti specifici, la diretta rende tutto più levigato: per cui si arriva ad una scelta politica e comunicativa. Gli organismi non hanno più lo spazio preponderante di un tempo, non c’è più il dietro le quinte. L’unico è Renzi e i suoi: ma impenetrabile.

Renzi meglio “premier in staffetta” o dopo le urne?
Premesso che ormai sarà premier a giorni, credo però che io avrei fatto un’altra scelta: come ho scritto su Europa, dal momento che la sua forza è la legittimazione popolare, un’investitura elettorale sarebbe stata essenziale soprattutto per avere la forza necessaria a smontare la vecchia politica. Dopo di che ha scelto un’altra strada e gli faccio i migliori auguri, perché resta l’unica ventata di novità nella politica italiana.

twitter@FDepalo

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