La creatività dei più grandi stilisti ripesca nei vecchi e funerei bauli per la kermesse canora più attesa.
Non ho mai amato gli abiti di colore nero, soprattutto se indossati in occasioni non funeree. Spesso mi capita anche di andare a matrimoni e vedere stuolo di signore in total black, alla quale vorrei indicare l’ingresso di un’altra chiesa dove si svolge una funzione ben diversa dallo sposalizio!
Così come non amo il total white per la sposa, (infatti nel mondo si usano ben più variopinti colori!), così trovo terribilmente banale il total black.
Comunque per ogni occasione c’è, o meglio ci dovrebbe essere, un dress code. Come al tempo delle nostre mamme in cui l’abito da cocktail o da sera avevano un codice abbigliamentario ben definibile e non invertibile.
Ad ogni modo ritengo che la miglior qualità che possa avere una donna, ma un essere umano in generale, è l’ironia. Questo la Littizzetto (anche se non sono assolutamente da annoverare tra i suoi fan!) ce lo ha dimostrato superando con le sue battute (in audience), bellezze del più vario panorama internazionale.
Ma oltre all’ironia, ed al gradevole aspetto, la bellezza si sa, (e qui dico cosa scontata) è data anche dalla giovinezza.
Poi “mente sana in corpore sano” decretano lo sport come il massimo valore etico, tanto più se è stato decorato anche di metalli preziosi in competizioni olimpiche.
La bellezza del corpo, delle forme dei muscoli plasmati dallo sport, rende il fisico decisamente più appariscente nel suo splendore. Avendo organizzato il Premio della Moda per lo Sport in cui sette olimpioniche vestivano abiti di sette maison dell’alta moda italiana, ho avuto modo di verificare che gli stilisti non amano le bellezze sportive. Ancora ricordo i commenti sul giro coscia e sul torace! Comunque nel tempo evidentemente hanno capito che vestire un’atleta conferiva una bella immagine, e sicuramente incrementava il business.
Ad ogni modo vedere Francesca Dallapè vestita come una vecchia signora con le maniche lunghe di pizzo traforato ed un tubino classico fino ai piedi total black mi fa davvero tristezza. Ed anche la Tania Cagnotto con lo stesso tubino nero lungo, ma con le spalle scoperte ed un lungo spacco per mostrare le tornite e sode gambe dell’atleta, non sembra sicuramente dettato da uno spirito creativo originale!
All’adorata e stimata Frida Giannini (gli abiti erano Gucci) chiedo quale sventura avesse vissuto nelle ultime settimane per operare una scelta così banale! Sembrava poi un déjà vu delle campagne pubblicitarie Dolce & Gabbana ambientate in Sicilia con la mediterranea Monica Bellucci!
Decisamente invecchiate dal nero e dal taglio antico, le preferivo quando le ho vestite con un po’ di brio ed ironia Balestra, piene di colori e di vita! Le giovani tuffatrici erano sicuramente più a loro agio nel “Blu” Balestra e nel loro ambiente naturale bordo vasca che sulla scalinata del purgatorio Sanremese.
Mi dispiace per Gucci, che non ha saputo valorizzare la loro giovinezza ed allegria manifestato attraverso un sorriso a 32 denti tale da fare invidia anche alla migliore marca di dentifricio!
Sicuramente per il personaggio zen di Antonella Ruggero, il suo look funereo era già più idoneo (se non altro per l’età matura ed il suo apparire sempre un po’ strega), ma non capiamo neanche perché, pur essendo dimagrita tantissimo, Giusy Ferreri indossasse un ingiustificato long dress total black di (Just Cavalli). In vita mia penso che sia il primo abito Cavalli nero e non maculato che vedo! Peccato, in questo caso un po’ di grinta jungle alla giovane cantante avrebbe giovato anche nel look.
Menomale che almeno la bellissima e semplicissima Cristiana Capotondi, ha interpretato con classe un long dress che in questo caso ha optato per un total gold (di Dolce & Gabbana).
Per la seconda serata ci aspettiamo un po’ più di glamour e di allegria, di colori ed eleganza. Ma ditemi cosa ne pensate! Magari a voi il nero piace ed allora capitolo io: back to black, per dirlo con le parole della più amata e compianta singer contemporanea.