L’avvio della prima crisi finanziaria e le tensioni sui debiti sovrani hanno richiesto da parte della Bce l’adozione di misure straordinarie per garantire al sistema bancario liquidità sufficiente per il finanziamento dell’economia.
Nell’ultimo biennio i maggiori effetti sulla liquidità complessiva del sistema sono stati prodotti da due operazioni addizionali di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) entrambe con scadenza a tre anni. Dopo tali operazioni la liquidità del sistema bancario europeo è divenuta particolarmente abbondante.
Il sistema ha registrato una liquidità in eccesso che ha raggiunto il livello massimo di 850 miliardi di euro a marzo 2012 provocando considerevoli effetti sulla dinamica dei tassi del mercato monetario a breve termine.
A partire da inizio 2013 molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso
anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni e la liquidità in eccesso del sistema bancario è andata progressivamente calando. Tra dicembre 2012 e
novembre 2013 la liquidità in eccesso è stata in media pari a 168 mld di euro, in calo di oltre 450 mld di euro.
La distribuzione geografica delle banche che a fine 2013 hanno restituito
anticipatamente i prestiti Ltro denota una certa disomogeneità. In Germania,
Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte dei fondi, in Francia e Belgio i rimborsi sono stati superiori al 50%; in Spagna (38%), Italia (22%) e Portogallo (14%) la quota rimborsata è stata molto inferiore.
Secondo alcuni studi l’immissione di liquidità da parte delle banche centrali
sarebbe inefficace durante i periodi di crisi, perché verrebbe accumulata dalle singole banche e non fluirebbe quindi né all’interno del sistema bancario né verso l’economia reale.
Una recente analisi evidenzia come questo fenomeno non abbia trovato riscontro nel sistema italiano. Nel periodo 2007-2011 le banche italiane che hanno fatto maggiore ricorso al rifinanziamento della banca centrale sono quelle che più hanno prestato alle altre banche attraverso il mercato interbancario e hanno fornito più credito a imprese e famiglie.
Alcuni studi hanno stimato che dal punto di vista macroeconomico l’insieme
delle misure messe in campo dalla Bce abbia fornito, principalmente attraverso il canale del credito, un notevole sostegno all’economia italiana, con un effetto cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 2012-2013, evitando una riduzione dei prestiti e una flessione del Pil ancora più accentuate.