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Vi spiego perché la produzione industriale resta moscia

La produzione industriale in Italia è calata a sorpresa a dicembre, di -0,9% m/m (era attesa una stagnazione). E’ la prima flessione dallo scorso mese di agosto. Rispetto ad un anno prima, l’output è in aumento del 2,4% in termini grezzi, ma torna in rosso (a -0,7% a/a), dopo appena un mese in positivo, se corretto per i giorni lavorativi (uno in più rispetto al dicembre dell’anno scorso).

Anche il dettaglio per gruppi di prodotti non è confortante in quanto mostra un forte calo nel comparto strategico dei beni strumentali (-2,5% m/m), oltre che nel settore dei beni di consumo (-0,4% m/m). Stante la persistente debolezza della domanda per consumi, in particolare dal mercato domestico, il calo della produzione di beni capitali potrebbe essere il segnale di un possibile affievolimento della spinta dall’export, peraltro contraddetto dalla forte espansione registrata nello stesso mese dalle esportazioni verso i Paesi extra-Ue (+7,1% m/m; non è ancora noto il dato sull’export verso i Paesi Ue). L’unica timida variazione positiva si registra per i beni intermedi (+0,1% m/m).

Per quanto concerne il dettaglio per settore di attività economica, spicca, nel mese, la decisa contrazione registrata dalla fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, di macchinari e attrezzature e di mezzi di trasporto, oltre che dalla produzione di prodotti farmaceutici. Peraltro, il farmaceutico resta il comparto che può vantare il maggior incremento tendenziale (+8% a/a, seguito a breve distanza dalle apparecchiature elettriche e dal settore metallurgico; quest’ ultimo è anche il settore manifatturiero con il maggior incremento dell’output su base mensile: +2,2% m/m).

In sintesi, la produzione industriale (in termini destagionalizzati) è aumentata dello 0,7% t/t nel 4° trimestre 2013 (si tratta di un massimo da tre anni) ma è calata del 3% nell’intero 2013 (secondo anno fortemente negativo dopo il -6,4% del 2012). La nostra previsione vede una ripresa vicina all’1% nel 2014.

Il dato non mette a rischio la previsione di un ritorno in positivo del PIL nel 4° trimestre 2013, tuttavia: 1) conferma che il recupero sarà assai modesto (di appena un decimo, nella nostra stima); 2) crea un effetto statistico sfavorevole per il 1° trimestre del nuovo anno, che difficilmente vedrà l’attività economica migliorare significativamente rispetto a quanto visto nell’ultimo scorcio del 2013.

Insomma un chiaro segnale che la ripresa resta modesta e soggetta a rischi (la nostra stima sulla crescita del PIL nel 2014 è di “appena” 0,5%).

Paolo Mameli, Senior Economist del Servizio Studi di Intesa Sanpaolo



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