L’attivismo renziano, sia sul piano nazionale che internazionale, non ha interessato finora un settore nevralgico e strategico. Eppure i bollori non mancano: dal Nord Africa, con una Libia ancora in fermento, e le ripercussioni del referendum in Crimea che sta facendo gongolare la Russia.
Così se i giornali da mesi, ben prima che il segretario del Pd diventasse premier, descrivono come e quanto Renzi e i renziani stiano scandagliando i curricula migliori per le nomine in scadenza ai vertici delle maggiori società partecipate dal Tesoro, non è ancora stato nominato il capo dell’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna.
Beninteso, all’Aise c’è un reggente (l’ex questore di Milano e poi prefetto di Parma, Paolo Sarpis) ed è a ranghi completi e serrati il Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Però, proprio per queste ragioni, e considerando le contingenze internazionali, sarebbe auspicabile che si definisca un assetto definitivo all’Aise. Il governo Letta nel suo ultimo consiglio dei ministri aveva valutato la nomina di Carlo Magrassi, capo di gabinetto alla Difesa. Una decisione su cui si è soprasseduti per consegnare il dossier al prossimo esecutivo.
Che si confermi il reggente o che si nomini un nuovo responsabile è indifferente rispetto all’esigenza di avere una governance a ranghi completi di strutture che per un premier impegnato in appuntamenti internazionali, e con subbugli geopolitici e strategici in atto, sono necessarie e indispensabili.