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LA SFIDA DI RENZI Il presidente del Consiglio debutta oggi al Consiglio europeo di Bruxelles, dove deve tramutare la sua idea di Europa e la battuta sull’”oggettivamente anacronistico” limite del 3% in un’alleanza politica che convinca i paesi del Nord a cambiare le regole del gioco. Ma il fiscal compact non sarà una passeggiata (Il Foglio).
Le due carte L’Italia può ancora giocare su due fronti, scrive Dino Pesole sul Sole: riaprire con la Commissione il confronto sulla clausola per investimenti (può valere 3-4,5 miliardi) e sondare i partner sulla fattibilità delle cosiddette intese contrattuali. Il limite del 3% non è troppo basso, è troppo alto per assicurare un calo del debito pubblico, scrive Stefano Lepri sulla Stampa. Oggi, comunque, si parlerà soprattutto di Russia e Ucraina. Renzi ha anche in agenda il primo bilaterale con Barroso.
A Roma Prima del vertice, Renzi incontra oggi di primo mattino i rappresentanti di Regioni e Comuni: focus sulla riforma del Senato “delle autonomie”, ma i governatori chiedono un intervento sulla sanità.
La lista (dei tagli) della spesa I tecnici fanno i tecnici, poi la politica deciderà i tagli, ha assicurato ieri Renzi. Un terzo dei risparmi arriverà da controlli e minori appalti per beni e servizi, scrive il Corriere. Due miliardi dai costi della politica, secondo il Messaggero.
Tutti a bordo! Il Governo insiste sulla moratoria per gli F35, ma Pwc ribadisce che la produzione garantisce 6.300 posti di lavoro in Italia (Formiche).
Un’altra lista Secondo il Fatto, Renzi ha deciso che per Eni, Enel, Poste e Finmeccanica è tempo della grande rottamazione: via tutti i manager con tre mandati, via imputati e condannati per corruzione.
Altro che Imu! La questione casa intralcia Renzi perché la storia dell’alloggio fiorentino dell’imprenditore Carrai dato in uso al premier è finita in procura. L’ex sindaco ci ha vissuto per 34 mesi, scrive il Corriere: fascicolo esplorativo senza indagati.
Qua Silvio Con un gesto cavalleresco, Berlusconi si è autosospeso dalla Federazione dei Cavalieri del lavoro prima che la stessa lo escludesse (La Stampa). Ugo Magri scrive sulla Stampa che l’idea di Silvio sarebbe lanciare il figlio Pier Silvio in politica, come capolista alle Europee, ma il manager Mediaset non sembra interessato. Libero: in lista Toti, Fitto, Tajani e Brunetta. Il Cav non è più Cav: “si pone dunque il problema di come chiamarlo”, scrive Massimo Gramellini (La Stampa).