Si sa, gli appelli contano poco o nulla; specie quando sono ufficiali. Oppure, è meglio non esplicitare quello che è già scontato o sottinteso. Eppure nel documento congiunto di industriali italiani e tedeschi spedito ai governi presieduti da Matteo Renzi e Angela Merkel si parla di (quasi) tutto, tranne che di quello che sta a cuore all’esecutivo del nostro Paese: ovvero la ripresa economica, la crescita e la fine dell’austerità, o – per lo meno – un’interpretazione più flessibile e più pragmatica di obiettivi e parametri del Fiscal Compact.
Semplice dimenticanza o tattica assenza?
CHI HA FIRMATO CHE COSA
In occasione del vertice bilaterale italo-tedesco, una delegazione di imprenditori guidata dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e composta da Fulvio Conti, Amministratore delegato di Enel e vicepresidente di Confindustria, Lucia Aleotti, presidente del Gruppo Menarini e Mario Greco, Amministratore delegato di Generali, ha incontrato una rappresentanza della Confindustria tedesca (BDI) e a seguire, congiuntamente, i Ministri dell’industria italiano e tedesco, Federica Guidi e Sigmar Gabriel, partecipando poi al pranzo di lavoro delle due rappresentanze governative.
I DESTINATARI DEL DOCUMENTO
Al termine dell’incontro tra Confindustria e BDI, i due presidenti, Giorgio Squinzi e Ulrich Grillo, hanno sottoscritto un appello ai rispettivi governi in vista del Consiglio europeo del prossimo 20 e 21 marzo.
La dichiarazione è stata consegnata ai ministri Guidi e Gabriel.
I TRE PUNTI DELL’APPELLO
Nell’appello Confindustria e BDI esortano i governi italiano e tedesco affinché sollecitino il Consiglio europeo in particolare a:
1) Sostenere l’obiettivo di incrementare il contributo dell’industria al 20% del PIL dell’UE entro il 2020, attraverso la definizione di un’ambiziosa e coerente strategia di politica industriale che includa una nuova governance industriale europea capace di dare una chiara priorità alla competitività e di porla al centro di tutte le politiche dell’UE;
2) Porre la competitività industriale al centro del nuovo pacchetto energia e clima 2030, adottando un approccio integrato che prenda in considerazione i tre pilastri della politica energetica: sostenibilità, competitività e sicurezza delle forniture;
3) Sostenere un’importante agenda di liberalizzazione commerciale, per prima cosa intensificando gli sforzi per raggiungere un ambizioso accordo commerciale con gli Stati Uniti.