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Come cresce (renzianamente?) la fiducia dei consumatori

La fiducia dei consumatori è salita oltre la nostra previsione (già più alta del consenso) a marzo, a 101,7 da 97,7 di febbraio. Si tratta di un massimo dal giugno del 2011, e dell’incremento su base mensile più accentuato dall’aprile del 2009 se si esclude il balzo di giugno 2013 legato al cambiamento di metodologia nella rilevazione dell’indagine. In ogni caso, il livello della fiducia resta inferiore alla media di lungo periodo (103,9).

COME MIGLIORA LA FIDUCIA

Il miglioramento è più accentuato per quanto riguarda la valutazione delle famiglie circa il clima economico generale (a 107,6 da 96,9) che per ciò che concerne la situazione personale degli intervistati (a 98,8 da 98,3), e più in merito alle aspettative per il futuro (a 105,5 da 99,1) che alla valutazione del clima corrente (a 97,9 da 96,7).

I DATI

Significativo il fatto che l’indice sulle aspettative delle famiglie in merito alla situazione economica generale sia tornato in positivo a +2 (da -20): per trovare un valore più elevato occorre risalire addirittura a 12 anni fa! Molto deciso (a 44 da 64 precedente) anche il calo (ai minimi da sei anni) delle attese sulla disoccupazione (le famiglie si sono dimostrate in passato affidabili nell’anticipare le tendenze del mercato del lavoro, perciò tale indicazione è confortante circa il fatto che anche per l’occupazione, tradizionalmente un indicatore ritardato del ciclo, il peggio sia alle spalle).

Infine, le famiglie segnalano un miglioramento (lieve, per la verità) della propria situazione economica corrente e attesa e delle opportunità attuali di risparmio. Gli unici segnali non positivi arrivano dal lieve peggioramento delle attese sul risparmio e dei giudizi su bilancio familiare e opportunità di acquisto di beni durevoli.

COSA HA INCISO SULLA FIDUCIA

Sul deciso recupero della fiducia dei consumatori sembra aver inciso l’evoluzione politica che ha portato dalla inattesa crisi di governo di metà febbraio non soltanto alla rapida formazione di un nuovo esecutivo ma anche alla presentazione di un ambizioso programma di riforme. In particolare, la promessa di sgravi Irpef per 10 milioni di contribuenti sembra aver favorito il maggior ottimismo delle famiglie.
Peraltro, l’annuncio delle prime importanti misure economiche del governo è avvenuto il 12 marzo quindi potrebbe essere stato ancora non incorporato interamente nei dati (l’indagine è stata raccolta dal 3 al 14 del
mese).

IN SINTESI
Il dato conferma la nostra idea che l’evoluzione del quadro politico, come aveva pesato sulla fiducia a febbraio, potesse favorire un deciso rimbalzo a marzo. Il miglioramento in ogni caso pare non peregrino e il trend a nostro avviso, al di là della volatilità mensile, resta quello di un recupero del morale dei consumatori. E’ ancora presto per vedere effetti tangibili sulla spesa delle famiglie (come visibile dal dato odierno sulle vendite al dettaglio, ancora in rosso a -0,9% a/a a gennaio). Tuttavia, nel caso di implementazione dei tagli Irpef promessi dal governo per fine maggio, è lecito attendersi un significativo rimbalzo dei consumi nei mesi centrali dell’anno; nel nostro scenario i consumi, attesi sostanzialmente stagnanti quest’anno (+0,1%), potrebbero mostrare una crescita ben più apprezzabile (+0,4%) nel caso di implementazione nei tempi previsti di tali misure.


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