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Le donne sono le peggiori nemiche delle donne?

Su la testa! E’  il titolo di un libro/manuale scritto da Sheryl Sandeberg una ricchissima manager amaricana “machista” che attraverso il web sprona le donne a fare carriera con metodi discutibili ma che ha un gran seguito poiché la sua teoria è: basta donne lamentarsi di non fare carriera fate come me che vivo e mi comporto come un uomo. Il suo esempio è all’insegna di un solo paio di settimane di pausa dopo il parto, ma di uno squadrone di baby sitter a stipendio fisso e di un conto in banca da nababba, e per diventare la regina dell’era digitale si è costruita un sito che è il monumento dell’ego, affermando di usare il marketing con nobili obiettivi sociali e invece usa ideali sociali per la sua operazione di marketing.

E l’oggetto del suo affaire è il ruolo delle donne sul posto di lavoro e come fare carriera. Ma quello che ne viene fuori è la rappresentazione della tirannia delle così dette API REGINE, donne che hanno fatto carriera e loro, una volta preso il potere, si comportano come maschi nei confronti delle altre donne. Prendendo dal sesso forte gli aspetti più detestabili invece che essere le mentori delle loro collaboratrici ne boicottano la loro carriera, chiudono la porta perché la grande paura è che l’ascesa di una non si vada ad aggiungere all’altra, ma ne prenda la poltrona. Insomma 1+ 1 fa sempre 1.

Insomma la verità è che le vip manager, incapaci di superare le loro insicurezze ancora in competizione con i colleghi maschi che dominano il potere in azienda, non riescono a dare un volto nuovo alle aziende e femminile al comando e prova ne è, ma questo lo posso testimoniare personalmente senza nessuna remora e avendolo più volte denunciato, l’aumento del mobbing di donne verso altre donne è paurosamente in crescita.

Dunque le donne sono le peggiori nemiche delle donne?. Altrochè. Dunque se questa moda di rappresentare i percorsi carriera attraverso siti che devono fare da mentore con “esempi arroganti ed esclusivi” francamente ho i miei dubbi che avrà successo tra le donne in generale perché gli esempi che Sandenberg fa girare sul web come “sostegno ed emulazione” sono solo di donne che si attribuiscono oneri eccessivi, chiamate a soddisfare aspettative impossibili ma comunque con  storie di percorsi personali molto facilitati da situazioni economiche che non sono assolutamente la normalità  mentre le organizzazioni aziendali e il sistema di welfare dei datori di lavoro non si esorta ad offrire impieghi flessibili e servizi .

Accusando  così le donne di non darsi abbastanza da fare Sandemberg sostiene  così la resistenza di quegli uomini al cambiamento come succede peraltro qui in Italia  con alcune donne che hanno raggiunto il successo e potere che non appoggiano il percorso di democrazia paritaria che abbiamo imboccato con molta determinazione e che non abbandoneremo. L’altro aspetto che è evidente sia in America che in Italia è che –hainoi!- sovente i network di donne sono tantissimi ma non sanno fare rete vera e propria. E cioè se si riconoscesse al merito scientifico e non parolaio di alcune donne la capacità di insegnare strumenti e strategie efficaci ad altre per entrare e rimane sul mercato del lavoro evitando lo scippo volgare del prodotto creato scientificamente con sortilegi e squallide copia/incolla e ancora peggio, di arrembaggi mossi da invidia e da ostruzionismo fine a se stessi o peggio politici, i percorsi sociali ed economici delle donne sarebbero molto più avanzati di quello che non sono. L’importante è e rimane avere la consapevolezza di quanto si vale e di quanto si è importanti per se stesse e il nostro Paese e fare uno sforzo per uscire dal narcisismo anacronistico di cui alcune donne soffrono irrimediabilmente e inutilmente.

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