Al Congresso del PPE di Dublino prove tecniche per una lista unitaria popolare alle prossime elezioni europee.
Un Congresso molto partecipato: 2000 delegati, 12 Capi di Stato e di Governo in carica; confermato Joseph Daul quale Presidente del PPE, con l’indicazione di Jean Claude Juncker quale successore di Manuel Barroso alla guida della Commissione europea.
(GUARDA LE FOTO DI ALFANO E CASINI AL CONGRESSO PPE A DUBLINO)
Tanti leader extra UE da Ucraina, Armenia, Moldavia: tanta voglia di libertà e di pace. Grande attenzione ai temi economici: per il prossimo quinquennio il Parlamento europeo, che verrà eletto a fine maggio, dovrà essere necessariamente quello della fine del rigore e del ritorno alla crescita e alle politiche occupazionali, strutturali, con particolare attenzione ai giovani e alle donne.
Al centro del programma di azione 2014-2019, che è stato approvato, le esigenze di riforma dei sistemi di sicurezza sociale e dei mercati del lavoro (tema di grande attualità anche in Italia), quindi di ricerca e di innovazione. Dunque: lavoro, crescita, impresa.
Ma non solo, grande attenzione alla famiglia (da tutelare), fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, ed al principio di sussidiarietà. Ovazione per Julia Timoshenko, leader della resistenza ucraina allo strapotere di Mosca.
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Sullo sfondo le vicende italiane: la possibile lista unitaria popolare alle elezioni europee chiesta, con forza, da Casini nel suo intervento, dai popolari di Mauro (convinto) e dal NCD di Alfano (tiepido), presenti al Congresso con Cesa, Buttiglione, Quagliariello.
Forza Italia è rimasta defilata, ridotta nel numero dei presenti e orfana di Berlusconi. E con un pensiero ai popolari all’interno del PD (se ci sono battano un colpo…) dopo l’adesione al socialismo europeo del loro partito.
Le tante forze sociali invitate al Congresso (per l’Italia il MCL), chiedono che il dialogo sociale sia il perno fondamentale per continuare a sviluppare la coesione sociale e si oppongono al ritorno dei populismi, dei localismi, dei particolarismi.
L’Europa non deve deflettere dalla vocazione universalistica impressa dai suoi padri fondatori (Adenauer, de Gasperi, Schuman: tutti popolari) che ne è la caratteristica portante. Insomma, un europopolarismo con chiara avversione ai cedimenti relativistici per contrastare una deriva antieuropea e radicale.
Carlo Costalli
Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL)