Un articolo satirico della rivista The New Yorker ironizza sull’isolamento della Russia: “Il presidente Vladimir Putin ha fatto la storia, oggi, organizzando il primo vertice del gruppo di nazioni chiamato G1”. Dopo la decisione di Stati Uniti, Germania, Canada, Francia, Giappone, Italia e Regno Unito di sospendere la prossima riunione del G8 a Sochi, la Russia ha deciso di creare un club internazionale con un unico membro. Ma la presunta solitudine della Russia non è tale. Anche se pochi, Putin conta su alcuni potenti alleati.
SIRIA
Lo scorso 6 marzo l’agenzia statale siriana Sana ha diffuso un messaggio di Bashar al Assad al presidente Putin: “Il sostegno della Siria alla posizione di Putin, che favorisce la pace e cerca un sistema globale di lotta all’estremismo e al terrorismo”. Russia ha in Tartus (Siria) l’unico porto militare del Mediterraneo. Inoltre, Mosca è uno dei principali fornitori di armi del governo siriano e, nel 2012, insieme alla Cina, ha votato contro le misure dell’Onu e a favore di Damasco.
VENEZUELA
Dall’altra parte dell’oceano c’è un grande alleato della Russia di Putin: il Venezuela di Nicolas Maduro. Nonostante stia attraversando un momento difficile per le violente manifestazioni delle ultime settimane, il presidente venezuelano ha espresso la sua posizione sulla Crimea: “Vogliono circondare la Russia per indebolirla, per invaderla, per distruggerla”. A fine febbraio, il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha confermato l’interesse della Russia di espandere la presenza militare in Venezuela, Cuba e Nicaragua. Nel 2008, il presidente Hugo Chávez aveva detto che il Venezuela era a completa disposizione per garantire la presenza delle Forze armate russe in tutto il mondo. Il Paese sudamericano è un altro acquirente delle armi di Mosca.
CINA
Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, aveva detto settimane fa che “il rapporto Cina-Russia è nel migliore momento della storia”. A luglio i due Paesi avevano condotto assieme una serie di esercizi militari molto importanti. In più, Pechino ha sorpassato la Germania nell’acquisto di petrolio russo. Ma la secessione della Crimea dall’Ucraina sfida la decisione della Cina di non immischiarsi negli affari interni di altri Paesi. Se sulla Crima la Cina si pronunciasse esplicitamente, Tibet, Xianjiang o Taiwan – tutti territori che vogliono l’indipendenza – potrebbero chiedere lo stesso referendum.
IRAN
La Russia ha un ruolo fondamentale nei negoziaziati con l’Iran. A marzo, il ministro degli Affari esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, si è detto preoccupato per l’intervento della comunità internazionale in Ucraina. Per questo non c’è stata una presa di posizione chiara sull’annessione della Crimea alla Russia.
Le ex repubbliche sovietiche Bielorussia e Kazakistan hanno detto di voler aderire all’Unione euroasiatica proposta da Putin. Ma nonostante la vicinanza alla Russia, nessuna ha difeso la posizione del Cremlino nei confronti della Crimea. Putin conta anche sul sostegno di piccoli Stati del Pacifico: Nauru, Vanuatu e Tuvalu, ma senza peso nel nuovo quadro geopolitico mondiale.