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Ecco perché il voto sulle Province è anche un po’ un bluff

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ADDIO PROVINCE, IL PRIMO SÌ Via libera del Senato alla fiducia posta ieri mattina dal governo sul ddl Delrio che prevede l’abolizione delle province. A favore del maxiemendamento interamente sostitutivo del disegno di legge hanno votato 160 senatori, contro 133. Contrari Forza Italia, M5S e Sel. Il provvedimento torna adesso alla Camera in terza lettura (La Stampa).
E adesso? Passa il disegno di legge che proroga fino al 31 dicembre i commissari in 73 Province e istituisce 9 città metropolitane. Gian Antonio Stella sul Corriere la definisce “una scorciatoia obbligata”, né abolizione delle Province, né rifondazione dello Stato, “aspettiamo il Titolo V per la vera riforma”.
Tagli o incarichi Il conto economico segna qualche risparmio, quello politico invece – scrive Gianni Trovati sul Sole – 24mila posti in più nei piccoli Comuni tra consiglieri e assessori.

Obiettivo riforme Renzi al ritorno dalla Calabria incontra i parlamentari Pd e detta i tempi: dalla prossima settimana in aula la legge sul Titolo V e entro maggio l’Italicum. “Scardiniamo il vecchio sistema” (Rep). Cosa resta dei tanti annunci? Dai tentativi di Monti e Letta all’agenda di Renzi (Corriere). Oggi il decreto Lavoro alla Camera: “Tensioni nel Pd”, titola la Stampa, contro Renzi i giovani turchi.

Spending Review Napolitano all’ANSA in occasione dell’anteprima del nuovo sito dell’agenzia: “Basta tagli immotivati, necessaria una capacità selettiva”.
L’intervista La nuova Repubblica apre con l’intervista del vicedirettore Massimo Giannini al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: “La Ue cambi su crescita e occupazione. In tre anni possiamo e dobbiamo cambiare l’Italia”. Sulla spending review difende Cottarelli, e nega ogni dissidio col premier”.

Politica e mondo reale: le scuole di Renzi Il premier a Scalea parla di un drammatico spread tra politica e cittadini, annuncia di voler cambiare il passo sulla gestione dei fondi europei e afferma l’impegno comune della maggioranza per approvare una legge sul voto di scambio mafia-politica (L’Unità).


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