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Signori, mi raccomando, tutti a votare alle Europee

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il cameo di Riccardo Ruggeri apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Il mitico ’68 per me durò un giorno, anzi poche ore. Lavoravo allora alla Fiat Grandi Motori di via Cuneo, erano passate alcune ore dall’inizio del turno del mattino, quando un gruppo di esagitati, abbigliati in modo strano (scoprii poi che erano i figli perdigiorno dell’alta borghesia torinese, anni dopo li avrei definiti dei «muscadin di sinistra») obbligò noi, operai e figli di operai, con urla, spinte, soprattutto calci, a uscire dallo stabilimento ed entrare in un corteo urlante (c’erano ragazze meravigliose) che marciava verso piazza Castello. Colà me la svignai, uscii così, e per sempre dal «Blog del ’68». Capii «dal vivo» l’insegnamento di mio papà: gli azionisti sono la versione elegante dei fascio-comunisti.

PER VIVER BENE DEVI AVERE UN NEMICO

Costoro mi presero a calci una volta, giurai che non glielo avrei più permesso. I romani antichi mi insegnarono che per vivere bene devi avere un nemico, possibilmente giurato, io mi sono scelto le «élite» (mettendoci, così alla rinfusa, come in un container: i liberal, i radical chic, i giacobini, i calvinisti, quelli del politicamente corretto, intesi come classe, non certo come singole persone).

Grazie a questa scelta giovanile, la mia è stata una vita meravigliosa, anche se politicamente ho sempre consuntivato sconfitte, essendo i miei «nemici» tuttora al potere. E continuano, imperterriti, a «dare calci».

L’ELEZIONE DI NIXON

A novembre di quel mitico ’68 in America avvenne un fatto straordinario, alle elezioni di novembre i loschi kennediani (i cugini di quelli di via Cuneo) persero le elezioni contro Richard Nixon, uomo umanamente orrendo ma che si rivelerà il più grande presidente degli Stati Uniti nel Ventesimo secolo. Quando sarà rieletto, nel ’72, Pauline Kael, celebre critica cinematografica del New Yorker, la commentò così «Nixon non può aver vinto, non conosco nessuno che l’abbia votato». Questa frase, tipicamente fascista, mi convinse che «l’intelligenza politica della gente è nettamente superiore a quella delle Classi Dominanti».

LE TEORIE SUI NEMICI

Da anni, leggendo, riflettendo, scrivendo, mi diverto moltissimo a mettere a punto teorie sui comportamenti organizzativi dei miei «nemici giurati», solo per il gusto di scoprire, anni dopo, che avevo ragione del diffidare di loro. Nulla di personale, mai fui alla ricerca di prendere il loro posto o avere alcun vantaggio economico per figli o nipoti, vorrei semplicemente vederli lontani dal potere a godersi i quattrini che da allora ci rubano, in nome dei loro ideali malati.

L’IMPORTANZA DELLE ELEZIONI EUROPEE

L’ultima ridotta che ci resta sono le elezioni, ogni anno che passa diventano sempre più importanti per quelli della classe sociale in cui mi identifico (operai, contadini, partite iva, immigrati, piccoli e medi imprenditori, professionisti). Per la prima volta mi sono convinto dell’importanza strategica delle elezioni europee per questa classe sociale, come segnale da dare agli orrendi burocrati, nostrani ed europei, che ci stanno riducendo a loro servi. Non ho nulla contro l’idea di una Europa federata, dissento totalmente sui «tempi», è fattibile se ci si desse un obiettivo temporale di un paio di secoli, come fecero gli svizzeri.

L’EURO SETTIMINO

Circa l’euro, è ancora una moneta grezza, anzi un’idea di moneta, per renderla presentabile abbisognerebbe di molto lavoro, è nata settimina, il classico «caga nido», non sappiamo se riuscirà a sopravvivere. Per la prima volta, dopo il ’48, annetto grandissima importanza ad una elezione, se avessi un’altra età andrei in giro per l’Italia per convincere tutti a votare, considerare il 25 maggio 2014 una data storica, un referendum pro o contro questa Europa, non certo suggerire per quale partito votare, ma perché tutto il popolo si esprima, tirando fuori «l’intelligenza politica che la natura gli ha concesso, per la sua sopravvivenza».

Leggi l’articolo su Italia Oggi

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