Che sarebbe andato alla riunione dei ministri dell’Ambiente Ue, il neoministro Gian Luca Galletti lo aveva annunciato sul suo profilo twitter due giorni fa, parlando dell’impegno italiano. E così è stato. Galletti è andato a Bruxelles per parlare del nuovo pacchetto Europeo clima-energia.
La posizione di Galletti è stata sostanzialmente in linea con la proposta della commissione Europea: il nostro Paese – ha detto il ministro – “accoglie con favore” il pacchetto al 2030. Nel documento in discussione è previsto un taglio del 40% delle emissioni di CO2 rispetto al 1990, lasciando a ogni Stato singoli obiettivi. Inoltre è previsto un consumo di almeno il 27% di rinnovabili per l’Europa. Per l’Italia quanto deciso dalla commissione Europea – ha osservato Galletti – è “coerente con la necessità di contribuire alla riduzione dell’intensità di carbonio nell’economia mondiale”, soprattutto di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici.
Il ministro ha chiamato però ad un impegno concreto anche gli altri Stati. “Siamo coscienti che il nostro contributo sarà realmente efficiente solo se altri Paesi come Usa, Cina e Russia si assumeranno impegni consistenti”, ha spiegato Galletti che punta anche a nuovi “sviluppi” per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili.
Ma il quadro italiano, necessariamente, dovrà misurarsi con alcune variabili. A cominciare dalla posizione di Confindustria sul nuovo pacchetto, che sicuramente non è conciliante. Cosa che aveva portato l’ex ministro Orlando a tentare la strada della mediazione. Infatti, Galletti qualche indizio, che nel nostro Paese il percorso non sia proprio agevole, lo fornisce: sugli “strumenti” per attuare quanto contenuto nel nuovo pacchetto il ministro ha ricordato che l’Italia ritiene “necessaria una valutazione nazionale approfondita”. Questo anche per capire se le azioni che dovranno poi esser messe a punto saranno “le più efficaci ed efficienti in termini di costi, sostenibilità, sicurezza degli approvvigionamenti, crescita e innovazione”. Tra le cose da fare, anche una riforma del sistema Ets (il mercato della CO2) ma soprattutto offrire garanzie adeguate su costi e sostenibilità. E in attesa delle Linee guida, per Galletti il pacchetto al 2030 dovrebbe trovare un equilibrio dividendo gli sforzi in base alle “capacità di spesa dei singoli Paesi”.
Per il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci ha ricordato al ministro Galletti “gli impegni” ambiziosi presi da Orlando insieme con i ministri di Frnacia, Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Irlanda, Portogallo. “L’Italia deve essere protagonista nella sfida del clima – ha fatto presente Realacci – Una sfida che rappresenta anche una straordinaria occasione per rilanciare la competitività delle nostre imprese e l’economia”.
Su questo aspetto, una nuova indagine di Eurbarometro non sembra dare torto al ragionamento di Realacci. Infatti, per otto italiani su dieci combattere i cambiamenti climatici e usare l’energia in maniera più efficiente può essere un fattore di rilancio per l’economia e l’occupazione. Anche se gli italiani che nutrono questa convinzione (79%) sono poco al di sotto delle media Ue (80%).