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Imitare cantando

Decisamente sorpresa della costruzione dello show di Max Paiella. Certa di andare a vedere un comico che ha trovato l’apice del successo nell’imitazione di diversi personaggi politici, mi trovo ad assistere ad uno spettacolo musicale dove la comicità fa solo da cornice. Paiella apre lo spettacolo con Barack Obama e Fabrizio Cicchitto fino all’esilarante “zeppola” di  Niky Vendola al quale ha dedicato purtroppo un solo velocissimo sketch, seguito da un altro rapidissimo minuto (seguendo il filo logico zeppola), cantando Jovanotti. Poi un ritorno alla politica, dal non ancora perfetto Enrico Letta al difficile personaggio di Matteo Renzi. Infatti non rende l’imitazione dell’attuale Presidente del Consiglio, imitato troppo bene da Crozza che l’ha fotografato in tutti i suoi tic mediatici.Poi si sono intervallati altri personaggi, da Augusto Minzolini a Maurizio Belpietro, ma anche qui, evitando il travestimento, rende più difficile l’associazione. Sinceramente, come immagino la gran parte dei romani, abbiamo conosciuto e ci siamo affezionati a Paiella per le grandissime imitazioni dei nostri primi cittadini.

Anche qui, al ritratto dell’attuale Ignazio Marino, e soprattutto dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, Paiella ha dedicato una manciata di secondi. Il personaggio di  Alemanno aveva fatto conoscere il comico al grande pubblico quando, dopo la grande ed eccezionale nevicata, aveva imitato il discorso del sindaco nella sua inconcludenti giustificazioni per i disagi e la mala gestione dell’emergenza cittadina.

La descrizione verbale e gestuale del sindaco nella sua disperata difesa alle critiche, mosse dai cittadini e dall’opposizione, diventava esaltante anche attraverso i dialoghi. Qui Alemanno, con l’invocazione di specifiche tecniche a lui incomprensibili (il dialogo verteva sull’errata lettura del bollettino non interpretando esattamente la previsione e la conversione tra millimetri d’acqua e l’equivalenza in neve), era descritto in modo impietosamente divertente. Il tutto poi enfatizzato dall’abito da centurione indossato! Infatti anche qui, il lucido ritratto dell’ex Sindaco di Roma ci ha enormemente divertito. La descrizione di Alemanno nei suoi dialoghi sgrammaticati vivacizzati da accenti e consonanti confusi in una giostra incomprensibile ha preso forma nell’immagine caratteriale inconfondibile. Non è stata ripresa neanche la gag del gattino sull’albero (nello schetch con la Dandini), né quella della contestazione tra il sindaco e Gabrielli della Protezione Civile, il quale veniva coinvolto per ogni piccolo impedimento trasformato in previsione catastrofica! Sinceramente ho sempre pensato che quella di Alemanno fosse la sua migliore imitazione, pertinente, veritiera ed esilarante, e non capisco perché, ad un cavallo di battaglia simile, si sia dedicato solo una manciata di secondi.

Anche il personaggio del cantautore brasiliano, Vinicius du Marones, noto al grande pubblico per la sua decennale partecipazione alla trasmissione radiofonica “Il ruggito del coniglio”, è stato divertente, ma sempre troppo concentrato più sulla musica che sulle imitazioni. Tra i diversi cantanti proposti, da Renato Zero (dove Panariello è imbattibile) all’imitazione canora di Gigi D’Alessio più efficace, al meraviglioso Battiato alla ricerca dei suoi dervisci rotanti.

Tutto lo spettacolo era concentrato sulle capacità da musicista, e sicuramente Paiella con la sua chitarra è bravo, ma preferivamo ritrovarlo in uno spettacolo fatto di comicità, imitazioni e gag. Ad ogni modo è uno spettacolo gradevole. Sarà ancora al TEATRO VITTORIA di Roma, nel cuore di testaccio a Piazza Santa Maria Liberatrice, fino al 16 marzo 2014.

 

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