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Innovare la gestione dei beni culturali puntando sulla passione e le domeniche

 

Non so, se il legame senza tetto-biblioteche sia il personale di cui hanno bisogno gli uni e le altre. Il sindaco Ignazio Marino in una visita avrebbe detto poco fa: «Potremmo impiegare i clochard nelle biblioteche». Sinceramente il mio liceo aveva una bibliotecaria finta, ovvero una ex insegnante allontanata dalla cattedra per seri problemi psichici, la quale non ha mai prestato un libro, né catalogato, né null’altro dico BASTA a un uso fintamente sociale del luogo biblioteca, a partire da quelle scolastiche e arrivando a quelle comunali, servono persone con passione in quei luoghi, si possono certamente trovare anche nella “strada” ma passando per una chance occupazionale e di “competenza” che va loro data magari anche ai giovani laureati in corsi affini. Basta vedere la scuola, l’università, le biblioteche come sfogo “dei disagi sociali”, come raccontavo ni miei libri Non siamo figli contofigure, Liberalizzaci dal male: chiudeva la nostra biblioteca universitaria alle 18 perché il “bidello” diciamo, aveva il treno per casa: Napoli, alle 18.30. E come dargli torto visto che ci impiegava 5 ore, il freccia rossa esisteva ma era caro per un pendolare. Pensate a risolvere i problemi sociali, su trasporti, casa, lavoro, poi state certi che la scuola, l’università, le biblioteche possono tornare ad essere un’altra cosa (magari quella dove andare il week end e la sera con la famiglia o gli amici, o a studiare in gruppo e team progetti di ricerca).

Il fattore fondamentale è la strategia dell’estensione degli orari, anzi varrà la pena di ricordarla anche in questa circostanza all’ex sindaco di Firenze con cui già ho avuto modo di parlarne, ma ora in veste prestigiosa di Premier, Matteo Renzi. Un’apertura da 49 a 71 ore settimanali, ho misurato prendendo le variabili usate anche dagli Idea Store di Sergio Dogliani a Londra, porta da una frequentazione dei luoghi di cultura ferma al 20% della popolazione, al 55% media internazionale. Gli idea store a Londra sono una biblioteca ripensata, con scale mobili, bar, tutto intorno ai libri che porta mille utenti la domenica a sceglierla come luogo di studio e di relax, noi abbiamo la Biblioteca Nazionale a Roma che chiude alle 18, e i libri li può prendere in prestito solo chi e’ residente nel Lazio. Eppure è la biblioteca nazionale, pagata con i soldi pubblici di tutti. Non si possono portare propri libri all’interno perché’ hanno paura che qualcuno rubi i libri della biblioteca, bisogna essere maggiorenni per entrare, e devi trovare un amico se sei uno studente fuorisede, o ricercatore con cittadinanza differente, che fa finta siano per lui e ti prende i libri, ma solo due alla volta. Ecco perché’ ad oggi la cultura è solo un costo. Anziché’ incentivare, creando bar e pub all’interno, respingono all’esterno.

 All’estero appunto, ci sono 6000 titoli disponibili e si possono tenere 30 giorni se ti trovi nella metropolitana di Madrid, una scelta di alcuni fa che ha portato ad avvicinarsi alle biblioteche il 70% di utenti del tutto nuovi che non si erano iscritti in precedenza ad alcun servizio bibliotecario e lo hanno fatto con l’invenzione dei BiblioMetro. Da noi ci sono 27000 biblioteche, e anche cumulate non raggiungono un terzo di quei numeri. Una idea carina romana del 2008 è il Biblio Caffè’ di Ostiense a Roma, una biblioteca comunale abbinata a un enorme caffetteria, ha orari lunghi e una utenza interessante che va dai giovani le sere verso mezzanotte ai ragazzi di scuola la domenica pomeriggio seduti in tavoli rotondi con i loro quaderni a fare i lavori di gruppo, a ospiti di presentazioni di libri seduti sui divanetti e sedie più strane in una scenografia che si presta a fare set cinematografici. C’è stato un incremento del cento per cento dell’utenza considerato che a Roma e’ l’unica biblioteca aperta la sera. Fino a 4 anni fa non ce ne era neppure una, sfido a trovare qualunque altra città universitaria europea e d’oltre oceano che non ce le ha già’ da secoli. Per chi sembrassero tante le biblioteche italiane deve sapere che abbiamo il rapporto per numero di abitanti tra i più’ bassi del mondo. Una prima soluzione carina ma insufficiente nella stessa Roma sono le fermate di Biblio Bus, 5276 libri e 830 cd che attraverso un bus rosso si muove per il lungo municipio XX e una delle fermate è proprio al famoso Ponte Milvio, quello dei lucchetti. Ma naturalmente non si incontrano i ragazzi al chiaro di luna col bus che passa nei…soliti orari non adatti ai lupi mannari.

 Il prolungamento degli orari, secondo la giornalista, potrebbe giovare in particolare ai musei italiani. «Produciamo con la cultura l’1,1% del nostro PIL contro il 2,6% dell’Europa che così fa lavorare 3milioni 600 mila persone. In Italia i dieci musei più visitati (al primo posto i Musei Vaticani i cui proventi non vanno neanche allo stato Italiano) che convogliano il 75% delle affluenze, chiudono sempre con le file davanti le loro porte. La Galleria Borghese ogni giorno, manda indietro circa 15mila persone che non entrano, neppure per la fila, ma perché non hanno prenotato il giorno prima, sono le ore 18 potrebbero prenotare per l’indomani, e non si può’ perché ormai gli uffici sono chiusi. Quindi non si sono persi solo i turisti che non hanno prenotato il giorno prima ma anche tutti gli altri che come attestano le statistiche di permanenza dei turisti, restano in media due giorni e mezzo. Perché sono arrivati ieri, e non riescono ad entrare nemmeno domani. Se invece di chiudere alle 18 restassero aperti fino a sera, potrebbe avere milioni di visitatori rispetto alle 500mila visite annue stimate. Un numero bassino che l’attesta al sesto posto tra i musei più’ visitati di Italia.

Secondo è il museo degli Uffizi, che si trova nella città’ che è un altro museo al cielo aperto, se si considerasse il turista si capirebbe che nelle ore del sole sta meglio in giro per la città e poi la sera col calar del sole starebbe benissimo in giro tra le sale e i quadri. Ciò porterebbe sia introiti che impiego di personale su turni e se ne avvantaggerebbero anche le strutture meno note: smaltendo le code, si darebbe la possibilità al visitatore di andare a vedere i musei piccoli, i cui orari invece sono gli stessi degli altri musei, dei negozi, non si sa cosa fare prima come turisti nell’arco delle prime 8 ore della giornata poi nelle altre otto, quelle che in genere sono del tempo libero tutto è chiuso. A questo punto anche i musei meno famosi si visiterebbero fossero aperti, ma certo che sono un costo attualmente che nella scelta e nella corsa contro il tempo non ce la fanno a battere quelli più grandi, infatti sono 10 i musei che attirano da soli il 76 percento del totale dei visitatori, peccato che i musei sono 400 in Italia. Bisognerebbe avere il coraggio di tenere sempre aperti quei dieci musei, e fare mostre e rete tra gli altri. In Francia, i Castelli della Loira hanno creato un sistema per cui è possibile vederli in orari diversi tra loro. Puntare sulla notte, A Parigi, la mostra di Picasso del 2009, aperta giorno e notte, ha portato a guadagni di un milione di euro». Iniziative simili in Italia? «“Sere d’estate” del Museo Diocesano di Milano: in due mesi 10mila visitatori in più rispetto al normale. E le notti bianche? La prima ha mosso 90 mila cittadini e turisti. E nelle edizioni successive il numero è solo cresciuto. Non è ora di passare dall’eccezione alla prassi?

I sabati di un anno sono 53, anche le domeniche, iniziamo a tenere aperti per 53 giorni anche la sera, cioè’ il giorno e la fascia oraria con maggiori uscite, sia di persone che di soldi, vediamo cosa succede. Da parte mia calcolo almeno una biblioteca per provincia o comune aperta, un museo per comune o per provincia aperto, scommettiamo che il problema sarà, come sempre, dover lasciare il libro per prenotare il posto, come accade alla biblioteca dello studentato Adisu a Roma che resta aperta fino a mezzanotte in teoria per gli studenti con borsa di studio, poi si scopre che ci sono tanti imboscati che non hanno atre biblioteche, e vanno li’ litigando su chi è arrivato prima. O per quelle straordinarie aperture dei musei, per es. San Valentino, le file sono interminabili, oggi l’apertura dopo le 19 e’ un evento.

Esempio anche tenendo aperti per 53 giorni in più una delle biblioteche delle 104 provincie italiane e uno dei musei fa 53 per 104 = 5512 biblioteche + 53 per 104 = 5512 musei ovvero 11024 strutture, come fossero undicimilaventiquattro start up, di quelle aziende che se aperte da giovani costano solo un euro col decreto cresci Italia. Ovvero si danno gli spazi in gestione ad aziende di giovani, oggi sotto occupati, immaginiamo una società’ di cinque persone ciascuna a cui si danno in gestione tra d questo esempio 11024 luoghi di lavoro dell’industria culturale italiana. Avremmo occupato senza mettere in rivalità’ tra di loro generazioni diverse, 551120 giovani, che sarebbero in società’ con lo stato in quanto restano patrimonio immobiliare e artistico dello stato ma che avrebbe scelto di investire su una classe imprenditoriale e manageriale titolata con alta scolarizzazione, fortemente motivata e capace di innovare la gestione dei beni culturali?

Esempio: Un milione e 760mila persone provenienti da tutto il mondo si sono recate l’anno scorso nelle sale del museo fiorentino per ammirare i capolavori del Botticelli, di Leonardo da Vinci e di Michelangelo. Ed aperto solo dal martedì alla domenica dalle 8.15-18.50, è chiuso tutti i lunedì, il 1° Gennaio, il 1° maggio, il 25 dicembre, come quasi tutti gli altri muse italiani, quindi i turisti e i cittadini dove vanno nei giorni in cui sono liberi? Si legge dal sito ufficiale: “E’ consigliato prenotare in anticipo i biglietti riducendo al minimo i tempi di attesa all’ingresso del museo degli Uffizi, evitando le code che spesso caratterizzano i più importanti centri culturali cittadini”.

Allora se superassimo, e questi sono i tempi, i vincoli i posti dai sindacati, facendo coprire il servizio a nuovi lavoratori, che sono fin troppo riposati in quanto oggi tagliati fuori dai posti di lavoro, avremmo quei calcoli che abbiamo fatto per il sabato anche per il lunedì, pensate anche chi volesse restare più dei 2 giorni e mezzo, facciamo 4 giorni? è molto probabile che sia il lunedì il giorno in più che resterebbero, facendo venerdì, sabato, domenica e lunedì, peccato che sarebbe un giorno inutilizzabile.

 Secondo me si stanno rinunciano a incassi certi pari a 15 euro di biglietti, ma prendiamo pure come media soltanto il prezzo ridotto, Euro 11.75 x 53 giorni fa 622,75 euro (anche si vendesse

 Anche solo entrassero ogni ora 50 persone fa 31 mila e 137,5 euro all’ora che si perdono, moltiplichiamo in fine per il numero di ore, le otto ore degli altri giorni fa 249100 e se invece diventasse addirittura il giorno non stop fino a mezzanotte fa 498200 euro in più che entrerebbero senza fatiche, facendo fare meglio i turni tra i lavoratori e senza confondere il diritto al giorno libero delle persone che lavorano lì con il dovere di tenere aperto quel patrimonio ai milioni di turisti che il lunedì come gli altri giorni sono comunque in Italia.

RIPETIZIONI –  Quello dei docenti soprannumerari della scuola italiana è un problema crescente, si assiste ad anni con 10.000 docenti rimasti senza “cattedra… allora, perché insegnanti solo nelle scuole? Nelle biblioteche! Per le ripetizioni, non in nero.


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