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Malaysia Airlines, tutti i misteri ad alta quota

I sistemi di comunicazione del volo MH370 della Malaysia Airlines scomparso una settimana fa sono stati disabilitati intenzionalmente, così come deliberato è stato il cambio di rotta. È quanto ammesso in conferenza stampa dal primo ministro malaysiano, Najib Razak, mentre continuano le ricerche del Boeing 777 con a bordo 227 passeggeri e 12 componenti dell’equipaggio.

PISTE DIVERSE
Razak si ferma tuttavia prima di pronunciare la parola dirottamento, non escludendo però alcuna ipotesi e sottolineando come, una volta uscito dalla propria rotta l’aereo abbia volato per almeno altre sette ore.

Il premier non ha quindi confermato ufficialmente, sebbene ci sia andato molto vicino, quanto dichiarato da un funzionario malaysiano all’Associated Press, secondo cui per le autorità di Kuala Lumpur l’ipotesi del dirottamento è quella definitiva.

SISTEMI DISATTIVATI
Le nuove informazioni satellitari dimostrano come qualcuno a bordo abbia disattivato i sistemi Acars, ossia quelli che permetto ai computer sul mezzo di comunicare con i computer a terra, quando il velivolo si trovava sul confine tra Malaysia e Vietnam.

I satelliti, ha aggiunto Razak, hanno intercettato il segnale del Boeing alle 08:11 ora locale, vale a dire sette ore dopo quella che era ritenuta l’ultima segnalazione del MH370 scomparso quando era trascorsa poco meno di un’ora dal decollo.

UNA NUOVA FASE
Le indagini sono entrate in una nuova fase, ha spiegato il premier, e si concentrano su equipaggio e passeggeri Poco dopo al fine della conferenza stampa, rivela l’agenzia Reuters, la polizia ha perquisito le abitazioni del capitano, il 53enne Zaharie Ahmad Shah.

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Secondo quanto emerge dai nuovi dati il volo potrebbe aver preso due corridoi a ovest rispetto alla rotta tra Kuala Lumpur e Pechino. Una che punta a nord, lungo il confine di Kazakistan e Turkmenistan. L’altro verso su tra l’Indonesia e l’Oceano indiano meridionale.

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