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Perché il Campidoglio ha fulminato il sindaco Marino sul dossier Acea

Onore e merito al sindaco di Roma, Ignazio Marino. Ci deve essere del talento se un primo cittadino riesce a farsi bacchettare da 11 gruppi consiliari sui 13 presenti.

L’AZIONE CHIRURGICA

E’ quanto successo ieri nell’assemblea capitolina, che ha criticato i metodi con cui il primo cittadino della Capitale sta affrondando il caso Acea. Il sindaco sostenuto dal Pd ha avviato una vera e propria campagna per rottamare di fatto i vertici dell’ex municipalizzata quotata in Borsa con l’escamotage di chiedere la riduzione dei consiglieri di amministrazione e il taglio degli emolumenti.

I COSTI DELLA ROTTAMAZIONE

Un fine che cela un sicuro aggravio di spese, paradossalmente ma non troppo, hanno fatto notare i legali (Zoppini e Marchetti) dell’azienda, visto che comunque si dovrebbero pagare gli amministratori fino alla scadenza naturale. L’obiettivo vero dell’intervento chirurgico del primo cittadino è quello di ribaltare il vertice del gruppo ora presieduto da Giancarlo Cremonesi e guidato dall’ad, Paolo Gallo, che ha il sostegno dei soci privati (Francesco Gaetano Caltagirone) e degli azionisti francesi (Gdf e Suez).

LA BACCHETTATA DEL CAMPIDOGLIO

Ma il forcing del primo cittadino ieri ha trovato le critiche formali di 11 gruppi consiliari che hanno approvato una mozione secondo cui è “illegittima” la comunicazione inviata dal sindaco al cda di Acea “in carenza di esplicita delega dell’assemblea capitolina”.

I RILIEVI DELLA CONSOB

D’altronde anche la Commissione di vigilanza sulle società quotate e la Borsa (Consob) ha fatto notare a Marino che chi è titolato a chiedere convocazioni di assemblee societarie – come ha fatto per Acea –  è il consiglio comunale, non la giunta e neppure il primo cittadino. Insomma: il sindaco di Roma è il legale rappresentante dell’azionista Comune non il titolare delle quote possedute dal municipio che sono dell’assemblea capitolina.

SUBBUGLIO DEMOCRATICO

Comunque fra gli 11 gruppi consiliari che hanno sfiduciato di fatto nel caso Acea il sindaco Marino non c’è il Pd, il partito che ha sostenuto il chirurgo uscito vincente dalla primarie del Partito democratico. Eppure sono notorie le perplessità che larghi ambienti del Pd nutrono verso l’iniziativa del sindaco. Un politico di peso nel Pd romano come Umberto Marroni, infatti, ha esternato rilievi non secondari sull’azione di Marino nel caso della ex municipalizzata, come si può evincere da questa intervista a Formiche.net.

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