La giornata di ieri ha avuto il pregio di aver fatto un po’ di chiarezza rispetto all’assetto del centro-destra italiano che non si rivede in Berlusconi: dal palco del consiglio nazionale dell’UDC il segretario Lorenzo Cesa ha invitato a costruire con Alfano una nuova casa dei moderati.
Un altro esponente del partito scudocrociato, Antonio De Poli è stato ancora più esplicito e diretto esortando con un “carpe diem!” Alfano.
Sull’alleanza con lo storico partito di Casini, in molti nel Nuovo Centrodestra prendono le misure: mentre il ministro degli Interni si mantiene equidistante sia dall’ipotesi solitaria che da quella aggregatrice, Gaetano Quagliariello, anche dalle colonne di formiche.net, si dimostra attento alle dinamiche dei centristi. Scopre alcune carte Fabrizio Cicchitto che offre una lettura politica (dettando delle prime condizioni) alla possibile alleanza con questa dichiarazione: “Anche a nostro avviso sarebbe sbagliato perdere l’occasione di aggregare tutti i moderati. L’operazione però per dinamica deve essere rivolta più al futuro che al passato e quindi contenere in sé forti elementi innovativi”, un modo come un altro per dire: “Ok all’alleanza, ma abbiate il coraggio di rinnovare, come noi abbiamo fatto con Alfano, senza restare fermi alla nostalgia democristiana che allontanerebbe gran parte degli elettori di NCD”.
Ecco quindi che il cerino ripassa all’UDC, chiamata a scegliere a breve il suo nuovo esecutivo nazionale, dove scalpitano per entrare i cognomi che hanno segnato la prima repubblica (in primis De Mita) ma che allontanerebbero definitivamente tutte le opportunità di rinnovamento espresse anche dall’elezione di Gianpiero D’Alia in sostituzione di Rocco Buttiglione alla presidenza del partito.
Come ha anche ricordato ieri il direttore Arnese da queste pagine, l’ora del Centrodestra popolare è giunta.
Se NCD e UDC saranno capaci di fare dei piccoli passi indietro dalle loro posizioni di partenza sarà finalmente possibile creare un centrodestra credibile ed alternativo a quello espresso da FI in questo ultimo ventennio di storia politica d’Italia.