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Schiaffi Sardi

Gli ultimi due veri e propri schiaffi nei confronti dell’Isola (gli ultimi di una lunga serie), sono stati dati a mano aperta proprio oggi dallo Stato Italiano: bocciati tutti gli emendamenti, in Senato e alla Camera, che riguardavano i fondi per la recente alluvione e per la richiesta di istituzione del collegio dell’Isola alle prossime e imminenti elezioni europee.
Doppio, triplo schiaffo, Michele Piras (Sel) alla Camera urla di rabbia ma anche di dolore per la sua terra«Cito Giorgio Gaber, signor Presidente: ‘Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono’. Lasciatemi valorizzare la prima parte di questa frase per una volta, perché ci si sente discriminati! Non è accattonaggio, ci si sente discriminati dalle decisioni del Governo e dal trattamento che lo Stato italiano riserva alla Sardegna».

E si provi a cercare motivazioni per andare contro alle parole del deputato: non si troveranno.
Lo schiaffo maggiore, comunque, l’ha dato il Partito democratico a se stesso: uno dei due emendamenti in questione, circa gli aiuti agli alluvionati che devono arrivare ancora da quattro mesi e due giorni, era firmato da un nutrito gruppo di parlamentari tra cui lo stesso Piras e Caterina Pes (Pd).
Il partito della deputata sarda ha votato contro se stesso, in sostanza, bocciando un emendamento presentato da una deputata del suo gruppo. Follia pura.
Giorni fa, poi, alla Camera lo stesso Piras aveva votato a favore l’ordine del giorno di Mauro Pili, sideralmente distanti, circa il riconoscimento dei seggi per la Sardegna per le elezioni europee. Bocciato anche l’odg con i soli due voti favorevoli dei suddetti e gli altri astenuti o contrari (come la stessa Caterina Pes).
Al Senato, infine, gli emendamenti per l’istituzione del collegio non sono passati e la Sardegna riceve un’ulteriore conferma di quegli schiaffi assestati tutti insieme, in un solo giorno e alcuni dilazionati nel tempo.
A mano aperta, ben rigida che lasci un’impronta e che resti per almeno qualche mese.
Mi ritorna in mente il sardomasochismo, neologismo creato da Franciscu Sedda nel corso della mia prima intervista all’esponente politico dell’ancora neanche nato Partito dei Sardi, mentre parlava della questione entrate. Aveva detto: «E’ come se mi fossi fatto amministrare il condominio da un amministratore disonesto (l’Italia), tanto per tornare all’esempio di prima, e già è folle la prima opzione… la seconda è da masochismo, da sardomasochismo come lo chiamo io… […]  lo dico sempre: godere nel farti del male sapendo che ti faranno del male! La situazione è proprio questa e non è positiva per nulla, c’è una grossa stima dei sardi e si attribuisce loro un orgoglio che in realtà, quando si va ad aprire la scatola degli stereotipi, non hanno e còlti nella capacità di difendere i loro interessi, sono veramente deboli: hanno paura di essere sleali nei confronti dello Stato quando in realtà è proprio quest’ultimo ad essere stato sleale verso di loro.»
Comunque sia da Michele Piras, in primis, si alza lo sdegno e oltre al doverosamente animato intervento, twitta: “Alluvione: la maggioranza tradisce ancora la Sardegna. Non trovare 90 mln per dilazione dei tributi è una cosa di cui si debbono vergognare” mentre Franciscu Sedda, del Partito dei Sardi riassumeva il suo concetto in un tweet: “I due schiaffi assestati oggi dallo Stato alla #Sardegna confermano che bisogna quanto prima togliere la faccia dalla traiettoria italica“.

Nel frattempo nel consiglio regionale, o meglio, nel Parlamento Sardo si è giurato, si è creata la giunta che, a ben vedere dai nomi, non sarà semplice da gestire e molto criticabile, in particolar modo per alcuni nomi.
Tra le guance ancora rosse per le percosse subìte, almeno una nota positiva da parte Sarda: si sta discutendo della creazione del gruppo regionaleSovranità e Indipendenza’ che dovrà essere composto dai due consiglieri dei Rossomori, i due del Partito dei Sardi e Gavino Sale di iRS.



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