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Berlusconi e Sarkozy, tra similitudini e differenze. I libri di Philippe Ridet (Le Monde)

Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy sono più simili di quanto si pensi. Hanno sempre condiviso un uso diretto del linguaggio e i tacchi sotto le scarpe per aumentare in altezza. Ma non solo. Il giornalista francese Philippe Ridet, corrispondente di Le Monde in Italia, ha pubblicato due libri nei quali le analogie tra i due ex mandatari sono al centro del discorso. In Le Président et moi (2008) e L’Italie, Rome et moi (2013) Ridet ricorda che Sarkozy ammirava il carisma senza complessi di Berlusconi e quell’innata capacità di bucare lo schermo.

PASSIONI CONDIVISE
Come spiega Miguel Mora, corrispondente del Pais in Italia, la narrazione di Ridet puntualizza le passioni condivise tra Sarkozy e Berlusconi: “l’amore per la mitologia sportiva, l’uso diretto del linguaggio, la confusione tra pubblico e privato, l’illusione dell’onnipresenza e l’efficacia della politica del fare”. Inoltre, i due credono ciecamente nei sondaggi e nei discorsi televisivi e hanno abitudini simili nell’uso del trucco e del tacco delle scarpe.

NATURE DIVERSE
Forse la grande differenza è che Sarkozy è un avvocato piccolo borghese, mentre Berlusconi era un giovane cantante che da un giorno all’altro è diventato un grande magnate. Sarkozy e Berlusconi sono due animali politici, che sanno essere scherzosi e autoritari, iperattivi e populisti. Dal racconto di Ridet si intuisce che sono amati e odiati allo stesso tempo in Italia e Francia e hanno forgiato – nel bene e nel male – l’immagine dei loro Paesi e anche dell’Europa.

STESSE SORTI
Sarkozy aveva copiato la leggerezza di Berlusconi nell’affrontare il deficit di bilancio e le alleanze con il Vaticano. Ma il leader italiano è entrato in disgrazia quando la Banca centrale europea e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno cominciato a togliergli fiducia. Poco dopo, a maggio del 2012, anche per Sarkozy è finito l’idillio politico dopo aver perso le elezioni con François Hollande. E pensare che Berlusconi sognava il sistema presidenziale francese in Italia perché “le urne sono il migliore salvacondotto per evitare il carcere”, spiega Mora. Solo grazie ai voti il Cavaliere avrebbe vissuto nell’immunità perfetta.

LA BERLUSCONIZZAZIONE DELLA FRANCIA
Basta guardare i giornali per capire che l’effetto Berlusconi è arrivato in Francia. Libération qualifica l’ex presidente Sarkozy come “Il Padrino”, mentre Le Figaro copia Il Giornale di Berlusconi con il titolo: “Caccia all’uomo”. Perché “da quando ha lasciato l’Eliseo, Sarkozy sta subendo una persecuzione giudiziaria senza precedenti”. Proprio come sostiene Berlusconi.

Anche gli scandali di Sarkozy “competono” con quelli di Berlusconi: presunte commissioni illegali per vendite di armi (caso Karachi); un capo dei Servizi segreti che spiava giornalisti, un presunto finanziamento illegale con denaro di Muammar Gheddafi e di Liliane Bettencourt, un indennizzo di 403 milioni di euro all’imprenditore Bernard Tapie e l’acquisto di sondaggi dal consigliere Patrick Buisson per nove milioni di euro. In più, negli ultimi giorni si è saputo che Sarkozy e gli ex-ministri Claude Gueánt e Brice Hortefeux sono stati intercettati (come Berlusconi) dai giudici. Un aspetto importante è emerso grazie a queste informazioni: Sarkozy potrebbe essere “mantenuto” da Carla Bruni. Una differenza insormontabile con Berlusconi.



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