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Ucraina, cronaca di un fallimento negoziale

Non ha paragone storico l’atteggiamento con il quale si sta affrontando a crisi ucraina la diplomazia europea. Siamo arrivati al paradosso. Da che l’Ucraina era fuori dal Csi, poiché non ne aveva ratificato il trattato, ora ce ne ritroveremo metà dentro quel trattato. La follia di piazza Maidan ha portato all’assurdità negoziale.

Noi europei che delle norme e regole internazionali ci facciamo portabandiera, abbiamo riconosciuto un governo anticostituzionale di emergenza e deposto un presidente che per legge è ancora in carica, sì, perché la Corte Costituzionale ucraina non ha chiesto e condannato il presidente e il parlamento non ha poteri speciali in termini costituzionali.

Abbiamo offerto, dopo l’episodio della Georgia, l’ennesimo vantaggio geografico agli interessi geopolitici russi. Questi non vedevano l’ora di poter rimettere in discussione i confini occidentali, costringendo ad arco l’Ucraina e i suoi paesi confinanti. Dalla Moldavia alla Trasnistria, lungo la Bielorussia e il posizionamento orientale dell’Ucraina, qualsiasi mossa militare di Kiev verrebbe annientata. A meno che non venisse messa in discussione da questi paesi il Csi e l’impiego delle forze comuni. La Crimea stessa, non riconoscendo il parlamento e il governo imposto ucraino, può in materia costituzionale ricevere ordini solo dal legittimo presidente, così come sta avvenendo nelle altre regioni orientali.

Yanukovich, come ben sanno le cancellerie e i ministeri degli esteri, è tutt’ora capo delle forze armate, non potendo essere ratificati gli accreditamenti internazionali senza protocolli bilaterali e multilaterali riconosciuti dalle costituzioni e dalle organizzazioni internazionali in tema di sovranità. Il parlamento russo, riconoscendo la cittadinanza russa a tutti i cittadini ucraini russofoni e avendo Yanukovich dentro il proprio territorio, ha potuto e legittimerà l’intervento nei negoziati su basi protocollari bilaterali regolate tra gli stati. L’attuale premier ucraino non può firmare neanche una carta che abbia validità normativa internazionale. La stessa imputazione che la Procura Generale Ucraina ha riservato a Yanukovich è illegittima poiché prima deve essere discussa dalla Corte Suprema, che non può procedere poiché non gli è stata nemmeno posta la richiesta ufficiale.

Se i referendum delle regioni orientali avranno l’esito previsto, su basi giuridiche certe Yanukovich potrà essere riconosciuto presidente della Repubblica Democratica Ucraina, beneficiando di tutte le postille e le garanzie funzionali che in precedenza appartenevano a Kiev. Nessuno sa che tipo di documenti classificati e sigilli, oltre l’originale della Costituzione, si sia portato dietro Yanukovich.
La Nato non puo’ intervenire in Ucraina, visto che il trattato di collaborazione con la Russia, incluso il programma aerospaziale e nucleare, prevede una debita distanza sugli interessi strategici comuni in base agli accordi bilaterali militari e una dichiarazione unilaterale ratificata dagli stati membri che non leda agli accordi di cooperazione.

Il caso Bosnia prima e Kosovo dopo, hanno avuto una legittimazione internazionale solo dopo che l’Onu e la Nato hanno riconosciuto il genocidio di massa etnico e la volontà di autodeterminazione dei popoli fondata sul principio della irreversibilità sostanziale delle identità comuni, utili alla convivenza fondata dalle costituzioni. Lo stesso dissolvimento della Repubblica Federale Iugoslava e’ avvenuto su base giuridica garantita da trattati precedenti alla sua creazione e messe a garanzia alla creazione della stessa. Il Kosovo, nella fattispecie, non può essere paragonato alla Crimea, poiché alla base della sua autonomia vi era una clausola di guerra con la Serbia e l’esclusione dei suoi territori all’Albania sia dopo la prima che dalla seconda guerra mondiale, nei vari trattati e accordi europei, per non creare la Grande Albania, il pericolo.

Il groviglio dei diritti reali e delle costituzioni degli stati europei, incluso la Russia storica, passano dai diritti imperiali acquisiti nei secoli. Perciò, gli unici che possono vantarli dal punto di vista diplomatico e protocollare sono il Regno Unito, le monarchie nord europee e l’Austria, la Spagna e il Portogallo, il Vaticano. Non esistessero tali diritti come avrebbero legittimità i Principati e le autonomie riconosciute nei trattati bilaterali?
Gli Usa e la Russia, sono i soli indipendenti poiché non hanno ereditato carte ma le hanno legittimate, i primi con l’Unione e i secondi con la rivoluzione. Yalta e Trieste li hanno validati dal punto di vista giuridico e protocollare classificato. Gli altri possono solo parlare da comparse del groviglio armonioso dei trattati e delle rivalse monetarie.

Se la Polonia, la Germania e la Svezia vogliono aiutare ancora la Russia, facciano pure.
In Ucraina abbiamo riconosciuto alla Russia il diritto alla sovranità.


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