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#Alfanostaisereno. Che cosa non condivido dell’appello di Alfano

Enrico Zanetti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

L’invito rivolto da Alfano alle forze diverse dal PD che sostengono il Governo Renzi, per una aggregazione ponte finalizzata alla costruzione di un nuovo centro-destra, ha un significato politico importante anche per molti di noi ci Scelta Civica, ma non è credibile.

Un nuovo centro-destra non lo puoi costruire con chi lascia Berlusconi per tattica parlamentare contingente, ma continua a rivendicare con orgoglio la bontà di ripetute e pluriennali esperienze di governo che sono state fallimentari sotto ogni profilo: la spesa corrente al netto di interessi passivi e prestazioni sociali, pari a 248 miliardi di euro nel 2000, nel 2006 era schizzata a 326 miliardi; per non parlare delle mancate riforme; dei mille e un condoni fiscali lasciando al tempo stesso mano libera nella quotidianità all’Agenzia delle entrate, nel nome del gettito a qualunque costo per coprire l’esplosione della spesa.

Da liberali e riformisti entrati in politica per scrivere una storia nuova, non possiamo allearci con chi parla di quegli anni come una storia di successo, perché, se così la intende, è evidente che ce li riproporrebbe tal quali, al netto del sommo leader, ma questo sarebbe il vecchio centro-destra di cui il Paese non ha proprio bisogno e di cui non sente la mancanza.
Noi preferiamo lavorare ad uno spazio politico libero dagli errori del passato, in cui donne e uomini liberi possano fare una politica liberale e riformista, prima che di centro-destra o di centro-sinistra.

Questa è l’aggregazione che serve e che siamo noi di Scelta Civica a proporre, meno orientata alle forze che siedono già in Parlamento e più agli elettori che vogliono sostenere un Governo che fronteggia vecchi e nuovi populismi, senza doversi però rassegnare a votare colonnelli berlusconiani folgorati sulla via di Damasco o un PD in cui la componente conservatrice della CGIL è sempre li’ in agguato.

Crediamoci.

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