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Antonio Razzi, il familista amorale

Antonio Razzi, chi è costui? Classe 1948, abruzzese, italiano emigrato in Svizzera dove ha lavorato per 40 anni come operaio nelle fabbriche. Viene eletto nel 2006 con il Centro Sinistra nel partito di Di Pietro, IDV e poi, assieme a Domenico Scilipoti, diventa il salvatore di Silvio Berlusconi, passando al PDL. Oggi rieletto assieme a Berlusconi e membro della rediviva Forza Italia.  

LA TV CHE CREA EROI, DEL NIENTE….DAL NIENTE

Da perfetto sconosciuto è divenuto un idolo. Sempre citato nelle trasmissione radiofoniche e televisive, oggetto della satira politica di Maurizio Crozza e simbolo, secondo me, dell’Italia malata e guasta, ma anche quella più reale e concreta, ahimé.

Questo è il potere dei media. Plasmare identità da vendere bene sul palcoscenico, che colpiscono l’immaginario dei telespettatori per creare una sorta di familiarità tale per cui, pur nella sua originaria inconsistenza, il soggetto rigenerato diventa idolo. Un fenomeno che abbiamo conosciuto molto bene con programmi come il Grande Fratello, Uomini e Donne, L’Isola dei Famosi, per certi versi anche Amici, e così via con tutti i reality-show che hanno tutto tranne che un’attinenza con la “realtà”. Tutta finzione, tutto show. E questa logica è stata trasportata in toto nel mondo politico dell’era Silvio Berlusconi. E continua oggi, con Matteo Renzi e Beppe Grillo. Ovviamente con aspetti specifici che dovremmo analizzare attentamente.

IL FENOMENO RAZZI

Ed eccoci a parlare, nello specifico, del fenomeno Razzi. Sì, un vero fenomeno. Questo signore di umili origini e con un basso livello di scolarizzazione rappresenta bene quello che è il metodo di pensiero e di azione dell’italiano-medio, come stereotipo. Per altro ben riassunto dalla formula del sociologo Edward Banfield di “familismo amorale“.

Mi spiego meglio.

Antonio Razzi arriva a Roma come deputato. Un bel cambiamento per chi ha vissuto da operaio un’intera vita. Arriva e non sa, dice lui, niente di come funzionano le cose (ovviamente). In un’intervista recente gli viene chiesto del “vitalizio” e lui, ingenuamente risponde “non sapevo nemmeno cosa fosse” dice lui “tutti facevano così, e allora ho fatto così anche io“. Dopotutto, è proprio l’assioma del familismo amorale, pensare a se stessi (e al proprio nucleo familiare) nella convinzione (o certezza) che anche gli altri facciano allo stesso modo, fregandosene del bene comune e dei principi/idee di giustizia, equità e solidarietà.

Antonio Razzi è l’italiano medio. Quello non istruito, che vive alla giornata, che fa ciò che gli viene detto, quando questo coincide con il proprio tornaconto personale, pronto a cambiare casacca per un reddito sicuro (deve pur pensare alla sua pensione, ha 66 anni) e disposto a seguire la massa – così fan tutti, è la giustificazione che sentiamo da parte di molti connazionali. Quello evade e allora lo faccio anche io. Quello fa così, e allora lo faccio anche io. Non persone, ma papere, questo è il loro imprinting. E la bussola del loro agire sarà sempre orientata in questo modo: opportunismo e imitazione degli altri.

Ed è così che Silvio Berlusconi e l’intera classe dirigente che lo ha sostenuto, compresi quelli degli altri schieramenti politici (per non far torto a nessuno), ha corrotto ancora di più l’Italia. Tutti loro hanno fatto leva su queste degenerazioni sociali, hanno amplificato il tutto. Ed hanno presentato Silvio Berlusconi come modello di successo. Gli italiani volevano essere come lui. Non importa se ruba, froda, distrugge il futuro di un popolo e se va con minorenni. Lui è l’uomo di successo. Razzi lo ammira, è un uomo vero, fatto da sé e la qualità che (forse) ammira di più in Berlusconi è la sua “furbizia”.

Ed anche Razzi si fa furbo: mica si fa fregare la pensione! Delle conseguenze poi, non ce dobbiam curare. Si vive alla giornata, qui ed ora, per me e chi ho vicino. Il resto è secondario.  C’è da dire che nella sua ingenuità, c’è anche sincerità. Infatti, difficile non riconoscergli schiettezza. Dice proprio quello che pensa, non ha la capacità di simulare. Ed ecco qua una intervista disarmante, in cui emerge proprio quanto appena affermato.

Eppure, nell’esercizio della sua funzione di Senatore ha anteposto il proprio tornaconto personale all’interesse generale, ma di questo non risponderà evidentemente. Mi chiedo perché.

E sento in lontananza la risposta del Razzi-Crozza: “Amico caro, fatti li cazzi tua!”

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