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In campagna elettorale non pensate a Berlusconi

Ci abbiamo provato migliaia di volte sempre con lo stesso risultato. Vi abbiamo chiesto di non pensare a un elefante con tutto il vostro impegno, ma magicamente la forma dell’enorme pachiderma ha preso forma nella vostra mente. Non perché non vi siate impegnati, ma perché ha vinto la cosiddetta legge dei frame mentali, delle strutture, quadri di riferimento che si creano nel nostro cervello.

L’IMMAGINE DI BERLUSCONI

Non si può negare un concetto senza evitare di evocarlo”. È questo il cuore della teoria spiegata dal Prof.George Lakoff. Ed è per questo che ogni volta che parleremo di Berlusconi ai servizi sociali, condanna di Berlusconi, tradimento di Berlusconi, passando addirittura per il Milan, nella mente degli elettori si formerà, con la stessa dinamica dell’elefante, l’immagine di Silvio Berlusconi. È un concetto basilare che la sinistra non ha mai capito. Quella stessa sinistra che ha cercato invano di costruire delle potentissime armi antiberlusconiane non ha fatto altro che evocarlo in maniera ossessiva ogni singolo istante.

Così ogni campagna elettorale è diventata un referendum pro o contro una singola persona e questo non ha fatto altro che dargli una visibilità insperata molto più forte di ogni singolo spot o comizio di piazza.

LA TEORIA DEI FRAME

Per spiegare meglio la teoria dei frame voglio far riferimento al “Contratto con gli italiani” del 2001. Ogni volta che se ne parlava si andava a evocare l’immagine di un contratto, lo stesso impegno concreto e immediatamente efficace che avete firmato per comprare o affittare la vostra casa. E ogni volta che si tentava di smontare questo contratto, comunque lo si evocava. Non a caso in quella stessa campagna elettorale fu indetto dallo stesso leader di Forza Italia il concorso sui manifesti taroccati. Ha talmente capito bene la teoria dei frame da arrivare a incentivare chi imbrattasse mediaticamente i suoi manifesti. Non a caso quella campagna, tra manifesti taroccati, contratto con gli italiani, un totale fallimento della sinistra che candidava Rutelli e usciva da una disastrosa staffetta di 5 anni tra Prodi – D’Alema – Amato, permise all’allora Casa della Libertà di raggiungere il record storico di oltre18 milioni di voti.

UN CONSIGLIO PER LA CAMPAGNA ELETTORALE

Tra poche ore prenderà ufficialmente il via la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo. Sarà una campagna dove i singoli attivisti si mobiliteranno in rete e i social network saranno i veri protagonisti. Consiglierei vivamente a tutti gli internauti di evitare totalmente di nominare i cosiddetti elefanti e di ignorare, se possibile tutte le provocazioni di chi, sentendosi ignorato, alzerà quotidianamente il tiro.

LA TEORIA DELLA SCHISMOGENESI

Un’altra teoria che aiuta chi provoca e alza il tiro è la schismogenesi. Non è una malattia ma una precisa strategia comunicativa. E funziona in tre semplici passaggi. Lancio una dichiarazione vaga e provocatoria, scivolando su una cosiddetta ‘buccia di banana’. Tutti i miei avversari ne parlano per tutto il giorno e questa diventa la notizia del giorno (e pensate a quante volte nella mente della gente si formerà il cosiddetto elefante). A fine serata faccio una rettifica, una smentita o dico di essere stato frainteso, accuso gli avversari di una reazione sproporzionata e li lascio tutti con il cosiddetto cerino in mano. Intanto i social, i quotidiani e in qualche caso anche la stampa internazionale mi hanno dato uno spazio impressionante, creando così in centinaia di milioni di teste il mio frame. Pensate ad esempio al brutto ‘incidente’ del signor Barilla con i gay. Per due giorni non si è parlato di altro e ogni utente ha protestato e si è pronunciato a suo modo e lo stesso protagonista poi ha rettificato diventando addirittura simpatico alla comunità glbt.

Il maggior fruitore di questa pratica, da due anni a questa parte è senza dubbio Grillo, che non a caso conosce a perfezione le teorie comunicative.

LA STRATEGIA MIGLIORE

La strategia migliore per evitare tutto questo è non rincorrere le dichiarazioni deliranti, non fare smentite o prese di posizione e utilizzare tutto lo spazio a disposizione, altresì, per la creazione di nuovi concetti. Imporre un nuovo linguaggio fatto di nuove parole, immagini, frasi. Nuovi ‘contratti’, nuovi ‘elefanti, nuovi ‘frame’.

Non fate le corse per dire quanto sarete diversamente berlusconiani o antiberlusconiani, ma parlate di Europa, di popolarismo, di De Gasperi, di economia, di famiglia, di valori condivisi e proponete nuove immagini nella testa dei vostri elettori.

Non siate diversamente renziani o diversamente berlusconiani, ma siate voi stessi.

Parlate dei vostri valori, lanciate le vostre proposte e i vostri programmi senza prendere termini, nomi e concetti altrui. Altrimenti rischierete di essere soltanto degli eterni inseguitori.


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