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Caro Berlusconi, le spiego perché i suoi avversari non sono a sinistra

Forza Italia

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il cameo di Riccardo Ruggeri apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Caro dottor Silvio,

le ho scritto un paio di volte, l’ultima nel novembre scorso, con simpatia le suggerivo di lasciar perdere, fare il gran gesto di dimettersi da tutto e da tutti, uscire dall’orrendo circo della politica. Indipendentemente dalla sentenza di ieri, e di quelle che seguiranno (vedrà avranno tutte lo stesso profilo), ne prenda atto. Come fanno i lupi sconfitti, si accucci, offra la gola, gli altri capi branco, stupefatti, le concederanno la vita, solo allora entri nella foresta, scompaia. Capisco la sua amarezza, ma mi creda non poteva finire che così. Lei si è sempre considerato un grande imprenditore e un grande manager, in realtà dopo Valletta e Mattei l’Italia ha avuto solo due personaggi di tal fatta, non laureati e molto riservati, Michele Ferrero e Leonardo del Vecchio.

SILVIO BERLUSCONI PRESENTA LE LISTE PER LE EUROPEE

Lei e tutti gli altri eravate, e siete, degli imprenditori follower, anche se lei, lo ammetto, fra questi è di gran lunga il migliore. Se lei fosse stato un vero imprenditore e un vero manager mai avrebbe potuto fare politica, le due attività sono incompatibili, mentre lei e gli altri, siete impresari, quindi è stato possibile. Rispetto ai suoi colleghi però, mi permetta, lei è molto più ingenuo. Arrivò al punto di tenere sul suo comodino, lo disse lei in un’intervista, la fotografia di un personaggio celebrato, che solo dei parvenu potevano mitizzare. Costoro glielo avevano persino messo per scritto «Se tu vinci, vinciamo tutti, se tu perdi, perdi solo tu».

Ecco, caro dottor Silvio, lei ha perso, non dia colpa ai magistrati, loro applicano la legge (forse in modo eccessivo come ieri), in realtà lei è stato condannato ed espulso dall’establishment, di cui disperatamente ha tentato di far parte, senza mai riuscirci. È un luogo dove non si entra per titoli o per esami o peggio per il voto popolare, ma solo per cooptazione, e lei mai fu cooptato. Avendo io avuto il privilegio di appartenere, dal momento della sua discesa in politica, quasi 20 anni fa, a quell’infima minoranza che non era né berlusconiana né antiberlusconiana, confesso di averla apprezzata per l’energia e la simpatia umana che emanava, ma soprattutto per ragioni egoistiche. I loschi ottimati al potere concentrarono su di lei tutto il loro livore, le loro miserie, le loro volgarità, così noi cittadini comuni, non allineati, potemmo vivere tranquilli, continuando a disprezzarli in silenzio. Lei ha ragione, i veri danni al Paese li fecero loro, nella Prima Repubblica con l’indebitamento, nella Seconda facendosi mangiare in una notte metà delle riserve, su una nave al largo di Civitavecchia, gran parte del patrimonio pubblico, e colpo finale, entrammo nell’euro a condizioni capestro. Lei nei suoi nove anni di potere non fece danni irreparabili come quelli, ma non fece nulla, se non primeggiare nel burlesque.

GUARDA CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DELLE LISTE PER LE EUROPEE

Sperando di farla sorridere, le racconto un aneddoto di un politico americano, che incarnò anche nell’aspetto fisico il profilo dell’ottimato, Cordell Hull, già Segretario di Stato di Roosevelt, poi premio Nobel per la Pace. Costui era il classico liberal del Tennessee, bello, alto, capelli argentati, compitissimo ,sia nella vita privata che in quella istituzionale, ma quando andava in collera, e gli capitava spesso, emetteva un profluvio di volgarità e di bestemmie, accentuando un suo difetto di pronuncia (le «erre» trasformate in «v»), che lo faceva assomigliare a Elmer Fudd, personaggio dei cartoni animati anni ’30, oggi dimenticato. Mentre la guerra con Hitler si avvicinava, Cordell Hull, autentico genio della politica, rivolto agli inglesi disse: «Se fai una gara di pisciate con una puzzola, assicurati di aver una bella scorta di piscio».

Lei, caro dottor Silvio, volle fare la gara ma tale scorta non l’aveva, per questo lei ha perso. Le puzzole hanno vinto, ora ce le dovremo sorbire noi.

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