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Caro Renzi, solo allentando i vincoli del Fiscal Compact l’Italia si risolleverà

Nei prossimi giorni il Governo diffonderà il Def, contenente i dettagli delle misure fiscali, e questo potrà consentirci una valutazione più attenta dello scenario.

IL MIX POCO PRODUTTIVO

In generale, comunque, vale l’ipotesi che una manovra espansiva sulle entrate, se coperta da un intervento di segno restrittivo sulla spesa non può fare molto per modificare in meglio le tendenze di breve dell’economia. Meglio optare quindi per un intervento con copertura parziale, sufficiente per tenerci sotto la soglia del 3 per cento, ma rinviando la fase di ulteriore discesa.

I RISCHI SULL’IMPATTO FIACCO

E’ anche chiaro però che un deficit poco sotto il 3 per cento sia quest’anno che il prossimo espone il nostro sistema al rischio di un profilo della finanza pubblica poco coerente dal punto di vista temporale, dato che si tratterebbe poi di puntare al pareggio l’anno successivo con una maxi-manovra, che avrebbe evidentemente un impatto significativo sull’economia.

LO SLITTAMENTO IMPRESCINDIBILE

Ecco quindi che il completamento del percorso avviato con il taglio dell’Irpef non può essere altro che la revisione o il posticipo del target del pareggio di bilancio. Allo stesso modo anche la regola di riduzione del rapporto debito/Pil va attenuata, permettendo una discesa più graduale. D’altra parte, la correzione fiscale già attuata dall’Italia negli ultimi anni è significativa, e il livello del deficit raggiunto fra i più bassi nel panorama europeo.

LA DIREZIONE DI MARCIA AUSPICABILE

Un deficit che si porta fra l’1 e il 2 per cento del Pil non costituirebbe d’altronde né un valore destabilizzante per le prospettive della nostra finanza pubblica, né tanto meno un dato deviante nel panorama internazionale, ed eviterebbe di ampliare il grado di restrizione fiscale in un momento delicato e incerto.

(analisi tratta dall’ultimo rapporto congiunturale del centro studi Ref)

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