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La spericolata corsa di Marcello Dell’Utri

E così, è finita la spericolata corsa del famigerato Marcello! Sì, proprio lui, amico di Silvio Berlusconi, anzi, co-fondatore di Forza Italia e suo braccio destro. Un uomo “oscuro” questo Dell’Utri, che tra pochi giorni potrebbe ricevere una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, reato che il 5 ottobre 1994, la Cassazione in sezioni unite penali, ha previsto essere riferito a  “quei soggetti che, sebbene non facciano parte del sodalizio criminoso, forniscano, sia pure mediante un solo intervento, un contributo all’ente delittuoso tale da consentire all’associazione di mantenersi in vita, anche limitatamente ad un determinato settore, onde poter conseguire i propri scopi”. Un reato che colpisce quindi coloro che hanno aiutato consapevolmente e con dinamicità, associazioni criminali di stampo mafioso.

La fuga di Dell’Utri, che lui ha giustificato come un’uscita temporanea dovuta a motivi di salute, si conclude a Beirut, in un lussuoso hotel. A tradirlo l’uso di una carta di credito e del cellulare. Così, la DIA e l’Interpool lo hanno individuato e arrestato.

Il ministro degli interni, Angelino Alfano ha dichiarato:  “Dell’Utri si trova in questo momento negli uffici della polizia libanese, a Beirut”. Adesso inizia la procedura di estradizione con cui il latitante Dell’Utri sarà ricondotto in Italia, in attesa della sentenza.

Questa vicenda è la pietra tombale su una storia che dura da oltre vent’anni, ed è anche la storia di Silvio Berlusconi e del suo impero politico ed economico. Una conclusione davvero drammatica e disonorevole di una carriera unica. Silvio Berlusconi ha ricevuto una fiducia senza pari da parte degli italiani, ed io mi sono sempre meravigliato, e continuo a meravigliarmi, ma avrebbe potuto stupirmi e farmi ricredere, se avesse lavorato per il bene del Paese anziché per i propri tornaconti.

La più sfavillante storia di successo economico e politico della storia dell’Italia repubblicana, finisce in fughe, abbandoni e condanne pesantissime.

Fine di un’epoca! Ma per l’Italia, the show must go on!

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