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Così Letta e Renzi hanno rifinanziato le missioni militari

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Tra annunci e smentite di probabili tagli ai controversi F-35, è passato sotto silenzio il fatto che il Parlamento abbia approvato poche settimane fa il decreto-legge che “reca una serie di disposizioni volte ad assicurare, per il periodo 1° gennaio – 30 giugno 2014, la proroga della partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali, nonché la prosecuzione degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione”.

In poche parole, le missioni internazionali sono state rifinanziate, attraverso il primo voto sul quale il governo Renzi ha posto la fiducia. Un dato interessante che evidenzia quanto il tradizionale consenso bipartisan sulla difesa, ancora esistente (il decreto è stato approvato alla Camera con 325 sì su 502 votanti), non sia forse così solido come un tempo (tutte le opposizioni hanno votato contro, ricorrendo anche all’ostruzionismo e portando l’esecutivo ad apporre la questione di fiducia).

Venus in Arms ha seguito il dibattito relativo al decreto ed esaminato il suo testo, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 17 marzo (come legge n. 28 del 2014 di conversione del decreto legge n. 2 del 2014). L’analisi delle informazioni e delle cifre contenute nel documento non è compito semplice, come spesso avviene per la Difesa italiana, a partire dallo studio di un bilancio segnato costantemente da dati aggregati (tra Ministeri per esempio).

È possibile affermare che i prossimi mesi saranno decisivi per il futuro della politica di difesa italiana e delle sue missioni militari oltre confine. Il ritiro di gran parte del contingente nazionale all’Afghanistan alla fine dell’anno (a proposito, cosa sappiamo della nuova missione che sarà svolta post-2014?) richiederà una revisione complessiva degli impegni militari internazionali. La possibilità di alimentare finalmente un dibattito ampio e partecipato sui temi della sicurezza e della difesa (preliminare alla stesura del possibile nuovo Libro Bianco) è una condizione centrale per accompagnare adeguatamente i cambiamenti futuri.

Clicca qui per leggere l’analisi completa


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