Skip to main content

Un decalogo contro la crisi italiana

La crisi contemporanea se da una parte indica l’esito storico di un processo planetario, dall’altra ci rivela il fallimento e, spesso, l’inettitudine delle classi dirigenti che hanno guidato negli ultimi decenni anche il nostro Paese.

Nel suo decimo compleanno (è stato fondato infatti nel 2004 da monsignor Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo-vescovo di Trieste), l’“Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan” ha quindi lanciato una proposta organica per reagire alle conseguenze della crisi in una Italia che, sempre più, sta smarrendo la propria identità nell’affrontare una paralisi economica e sociale senza precedenti, la quale sta mettendo a repentaglio il proprio futuro.

UN “APPELLO POLITICO” AGLI ITALIANI

L’“Appello politico agli Italiani” dell’Osservatorio diretto dal prof. Stefano Fontana, appena pubblicato dalle “Edizioni Cantagalli”, ha un titolo eloquente: Un Paese smarrito e la Speranza di un Popolo (Siena 2014, pp. 85, € 6) e, quindi, parte dal presupposto di superare l’epoca delle proposte frammentate, dei tavoli inconcludenti e dei compromessi al ribasso.

La proposta è chiara, concreta e pratica, rivolta a tutti ma non su misura per tutti, che viene dai cattolici ma è rivolta a tutti gli italiani. Si tratta, insomma, di una proposta “politica” in senso ampio ed alto perché qualcuno si deve prendere la responsabilità di indicare all’Italia un percorso di rinascita.

Questi i titoli dei capitoli dell’Appello: Un popolo che ritorna a credere in se stesso; Una sussidiarietà moralmente qualificata; Una società civile finalmente maggiorenne; Un nuovo patto costituzionale sostanziale; La rivoluzione politica della libertà di educazione; Una riforma orizzontale della macchina statale; Nuova solidarietà del lavoro e della produzione; Una nazione non intimidita da chi le sta sopra e da chi le sta sotto; Il coraggio di difendere la famiglia e la vita; Una politica delle immigrazioni non priva di volto; Una comunità che non si rassegna all’inverno demografico.

I. L’ITALIA HA BISOGNO DI SCUOLA

Uno: libertà di educazione. «La prima e più grande rivoluzione da farsi in Italia è quella della scuola». Il monopolio statale dell’educazione è oggi sinonimo di «burocrazia e inerzia, dipendenza dalle circolari e dalle graduatorie, prevalenza degli aspetti quantitativi su quelli qualitativi». La modifica del mondo scolastico dovrebbe essere «il primo compito dei cattolici», perché «la prima libertà è la libertà di educare, quando ci è tolta quella ci è tolto tutto». 

II. L’ITALIA HA BISOGNO DI UN NUOVO MODELLO DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Due: pubblica amministrazione. Di fronte a questo spreco di soldi e personale la soluzione è una sola: aprire al privato e al privato sociale secondo una logica di «libertà sussidiata». Lo Stato retroceda, lasci posto alla società civile. Controlli, ma non sostituisca. 

III. L’ITALIA HA BISOGNO DI LAVORO

Tre: lavoro. Qui l’appello lamenta l’invadenza dei sindacati («il grosso dei loro iscritti è dato dai pensionati»), l’ingessatura cui costringe l’articolo 18, il peso delle tasse. Si chiede più libertà non solo per i lavoratori, ma anche per le imprese che devono essere messe nelle condizioni di operare (anche mediante la «contrattazione aziendale»). 

IV. L’ITALIA HA BISOGNO DI UN FONDAMENTO DEL DIRITTO E DI GIUSTIZIA

Quattro: giustizia. Il punto di partenza è che «sotto la legge occorre tornare a considerare un ordine che precede la legge stessa e la fonda». Si entra nello specifico di alcune riforme: separazione delle carriere tra giudici e pm, limitazione del correntismo tra magistrati, della custodia cautelare, delle intercettazioni. Non è più accettabile che «leggi fatte dal Parlamento, come avvenuto in molti casi riguardanti le leggi sulla vita e la famiglia», siano smontate da «sentenze giurisprudenziali».

V. L’ITALIA HA BISOGNO DI INFORMAZIONE PLURALE

Cinque: Rai. Va privatizzata. «Anche in questo campo si applichi il principio di sussidiarietà. L’informazione non la fa lo Stato, ma i soggetti culturali presenti nella società civile». 

VI. L’ITALIA HA BISOGNO DI NUOVI PARTITI POLITICI

Sei: partiti. Oggi colpiti da «movimenti di antipolitica che hanno dimostrato di essere essi stessi dipendenti da autoritarismi interni», essi «devono cambiare, rimanendo, però, partiti». E i cattolici? Basta nostalgie per il partito confessionale. «Il sistema proporzionale – si legge – ha fatto il suo tempo. […] Ora è più utile procedere verso una normalizzazione del bipolarismo». Certo, è fondamentale per il credente la scelta del candidato, «perché nel programma dei cattolici ci sono valori legati alla difesa della natura umana che oggi sono pesantemente contestati e minacciati». 

VII. L’ITALIA HA BISOGNO DI UN’ALTRA EUROPA

Sette: Europa. I suoi condizionamenti imposti nei campi etici «sono intollerabili»: «Una cosa è l’Europa, altra cosa è l’ideologia dell’Europa». Il processo di accettazione dell’Euro («attuato frettolosamente») non può essere la moneta di scambio per far accettare ideologie «contrarie alla vita, alla famiglia e alle radici cristiane». Anzi, «crediamo in un’Europa consapevole delle proprie radici cristiane e determinata a rimanervi fedele».

VIII. L’ITALIA HA BISOGNO DI UNA IMMIGRAZIONE EQUILIBRATA

Otto: immigrazione. «La doverosa accoglienza degli immigrati non può avvenire in modo inconsapevole e indifferente». Il problema «non sono gli immigrati, ma la debole identità culturale e morale dei paesi ospitanti». Se «il multiculturalismo non è una soluzione», non lo sono nemmeno i respingimenti. La via mediana è chiedere all’ospite, in cambio di accoglienza, condivisione della nostra tradizione, identità e cultura.

IX. L’ITALIA HA BISOGNO DI GOVERNABILITA’ E DECISIONE POLITICA

Nove: riforme istituzionali. Serve rendere più rapido il nostro sistema potenziando l’esecutivo, estendere l’uso delle preferenze, prevedere un premio di maggioranza che non deprima la rappresentanza e forme di sbarramento che riducano i partiti.

X. L’ITALIA HA BISOGNO DI NUOVI ITALIANI

Dieci: vita e famiglia. Esse sono minacciate non solo per i pochi provvedimenti a favore, ma anche da leggi contrarie, come l’estensione dei diritti a coppie sia etero sia omosessuali. «La famiglia naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna è una risorsa sociale» e va sostenuta con sgravi fiscali adeguati. Al contrario «va superato l’ossequio nazionale al tabù culturale del diritto all’aborto. Quest’ultimo va combattuto come il principale male del paese».

L’ITALIA HA BISOGNO DEI CATTOLICI

Alle classi politiche ormai arresesi al “monoteismo del mercato”, o ripiegate sulla promozione ed invenzione di sempre nuovi “diritti civili”, l’“Appello politico agli italiani” dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân ha il coraggio di rispondere assumendo nuovamente l’ottica del rinnovamento, in nome del vero bene comune. Non per cercare il consenso di tutti ed, anzi, il documento ha il merito di andare al cuore delle stesse divisioni interne al mondo politico ed ecclesiale. Nella consapevolezza, però, che “l’Italia ha bisogno dei cattolici, e i cattolici hanno bisogno dell’Italia”.

2014 Osservatorio Van Thuan Un Paese smarrito. Appello politico agli Italiani (copertina) (1)


CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter