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Due parole su Renzi e il bonus Irpef

Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha da poco annunciato che sono state trovate le risorse necessarie per poter far partire, da maggio, il bonus Irpef di 80 euro mensili. Una delle misure del DL Fisco, presentato dal Governo nel consueto metodo-Renzi, ossia via twitter.

COSA HA DETTO MATTEO RENZI?

Alla conferenza stampa il Premier ha spiegato che con questo provvedimento “inizia un percorso di riorganizzazione della spesa e più in generale del rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione. Ma l’intervento di oggi non è che un primo passo“. Per il Bonus Irpef, le risorse sono state ottenute riducendo l’Irap del 10%. Le misure non hanno toccato e non toccheranno la Sanità. Le risorse stanziate per il 2014, sono 6,9 miliardi, saliranno a 14 miliardi entro la fine dell’anno.

Altre misure sono state prese nel DL Fisco e riguardano la “riorganizzazione” della Pubblica Amministrazione.

Così Renzi elenca gli interventi: 1 riduzione delle Auto Blu, ogni ministero non potrà averne più di cinque; 2) open data: tutte le spese degli enti centrali e locali saranno online entro sessanta giorni (e questo è un intervento di trasparenza e simbolico, non porta risorse); 3) riduzione degli stipendi dei dirigenti della PA e dei magistrati; riduzione della spesa per gli F-35 e le spese militari; 4) razionalizzazione dell’uso degli immobili della PA; 5) taglio delle società municipalizzate da 8000 a 1000 unità; e un annuncio: 6) pagamenti più veloci dei debiti che la PA ha contratto con le imprese.

COME SI CALCOLA IL BONUS E COSA COMPORTA

Il calcolo del bonus è basato sul reddito percepito (quindi non è una cifra fissa per tutti). Per il 2014, come riporta Repubblica.it, chi ha un reddito di 17.714 avrà un bonus pari al 3,5% del reddito. Questo valore salirà, nel 2015, al 5%. La tabella che riporta Repubblica.it ci spiega che il bonus di 80 euro, non sarà in realtà tale. La tabella indica che chi guadagna meno di 17714 euro annui percepirà “solo” dai 21 ai 66 euro mensili in più. Chi ha uno stipendio tra i 17714 ai 24000 percepirà dai 77,5 ai 79 euro.

Ad essere onesti, la tabella non è molto chiara e lascia spazio ai dubbi. Allora ho controllato altrove. Su lastampa.it c’è un calcolatore, interattivo, che indica il bonus percepibile in base al reddito. Lì emerge con chiarezza che questi 80 euro in effetti non sono 80 euro, ma meno.

Restano comunque fuori da questo meccanismo di bonus, le partite Iva i gli incampienti (< 8000 euro annui).

Al di là della nota polemica, bisogna riconoscere a Matteo Renzi e a questo Governo, di aver messo in atto il primo vero meccanismo di redistribuzione degli ultimi anni. Questo perché sono i redditi medio-bassi ad essere stati interessati da questa misura.

RISPARMI E CONSUMI

Un’altra argomentazione dovrebbe riguardare invece l’uso che le famiglie faranno di questi “quasi” 80 euro in più al mese. Infatti, se qualcuno pensava ad una ripresa dei consumi, o era ingenuo o non sapeva come funzionano le cose. La cifra modesta di 80 euro sarà per lo più assorbita o dal pagamento delle tasse correnti, o sarà messa da parte (quel che ne rimane), e dunque nessuna previsione di spesa extra.

>>> vedi servizio Ballarò <<<

Il bonus che viene concesso a quasi 10 milioni di italiani per il 2014, con un “forse” per il 2015; ha un valore più simbolico che altro.

TRASPARENZA, EQUITÀ E INFORMAZIONE

Cosa voglio dire di questo DL Fisco? Tante cose, alcune positive altre negative e non per spirito di polemica, ma per correttezza verso chi legge.

Prima di tutto voglio dire che questo provvedimento del Bonus è una cosa positiva, perché almeno simbolicamente dimostra che inizia un percorso in cui lo Stato, dopo i sacrifici che ha richiesto (sempre ai soliti noti) ai cittadini, ha messo in moto un timido meccanismo di redistribuzione, coinvolgendo 10 milioni di italiani (dipendenti) con un reddito compreso tra gli 8000 e i 26000 euro lordi annui. Ossia i redditi medio-bassi e bassi. C’è però da dire, che questo bonus, essendo calcolato come detrazione Irpef sulle buste-paga, coinvolge solo i lavoratori dipendenti (e dico giustamente, dato che sono quelli che hanno sempre pagato le tasse e che se ne sono viste aumentare sempre di più negli anni), ma questo comporta che gli 80 euro siano “valore teorico” e che nel concreto alcuni prendano 30 euro, altri 60 e altri 78 (mai 80). In questa redistribuzione “a pioggerella”, oserei dire, bisogna anche tenere conto che gli effetti variano molto rispetto a chi 1) è single, 2) ha un coniuge a carico, 3) ha coniuge e figli a carico, 4) ecc…

Gli incapienti e le P.IVA sono fuori, capisco che non potessero essere inclusi, dopotutto le risorse sono state trovate e mi fa piacere che la Sanità non sia stata toccata, cosa che accade sempre, di norma. Tuttavia bisogna anche essere onesti e riconoscere che questo meccanismo di bonus, è valido per il 2014, mentre per il 2015 non si sa. Motivo per cui, la premessa positiva, risulta invalidata dalla reale operatività del sistema.

CONCLUSIONI

Non sono un “gufo” e nemmeno una “Cassandra”, tuttavia ci andrei cauto con il fare proclami di rivoluzione fiscale e di giustizia sociale, poiché così non è dati i fatti concreti. Ci sono movimenti positivi, è vero e innegabile. Matteo Renzi ha fatto una bella operazione di marketing politico, in vista delle prossime elezioni europee, ma non so quanto questo potrà trasformarsi in consenso politico/elettorale. Dopotutto, i 10 milioni di beneficiari sono tradizionalmente già, quella parte vicina al PD o alla sinistra, quindi quello che può accadere è un consolidamento e un riavvicinamento di alcuni (cosa fondamentale e positiva!). Detto ciò, restano ancora distanti pensionati e P.IVE che verosimilmente opteranno o per l’astensione o per Grillo, fatti salvi i fedelissimi del Centro-Destra.

Ogni provvedimento che offre qualche cosa alla collettività è sempre positivo, ma bisogna avere consapevolezza della sua “corta efficacia” sia economica che temporale. Tra sei mesi ci troveremo a dover ri-discutere dove trovare fondi per finanziare queste pioggerelle contenute di risorse, ma la struttura resta la stessa, immobile e non funzionale alle nuove esigenze della gente.

Piccoli passi verso un cambiamento positivo, lo ribadisco, ma piccoli passi e che non hanno aura di perfezione. Adesso la vera sfida è con il DL Lavoro che dovrà riguardare anche il sistema scolastico. E di questo parleremo in altra occasione.

 

 

 



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