Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Giorgio Ponziano apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
Ai ferri corti. Nei Comuni dove si voterà per i sindaci è guerra tra Forza Italia e Ndc. Se a Roma Silvio Berlusconi e Angelino Alfano hanno abbassato i toni della polemica, in periferia i due partiti si guardano, rancorosi, in cagnesco.
Nessuna alleanza, ma candidati sindaci diversi l’un contro l’altro armati.
(PIZZI SI SBIZZARRISCE ALLA PRESENTAZIONE DELLE LISTE DI FORZA ITALIA. LE FOTO)
CHI GIOISCE
Una rissa che fa felice il Pd e i grillini. A cominciare da Firenze, dove più che l’effetto-Renzi sembrano i bisticci nel fronte opposto a trascinare il suo delfino, Dario Nardella, verso la fascia tricolore. Nardella è un fedelissimo renziano che ha però scelto uno slogan poco benevolo nei confronti dell’ex-sindaco: «Firenze più di prima». Contro di lui, in cinque. Tra i quali ben tre esponenti del centrodestra: Marco Stella (Forza Italia), Gianna Scatizzi (Ncd), Achille Totaro (Fratelli d’Italia). Una frantumazione sorprendente e che sta provocando polemiche intestine. Dice il coordinatore toscano di Forza Italia, Massimo Parisi: «La scelta di Ncd di spaccare il centrodestra è sbagliata e residuale». Replica l’esponente Ndc, Emanuele Roselli: «Non abbiamo voluto candidati imposti, Forza Italia raccoglie quello che ha seminato».
(BERLUSCONI BENEDICE I CANDIDATI DI FORZA ITALIA ALLE EUROPEE… LE FOTO DI PIZZI)
CENTRODESTRA IN COCCI NON SOLO A FIRENZE
A Modena lo strappo è condito da un giallo: l’onorevole Carlo Giovanardi, passato al Ncd, s’è alzato una mattina e ha annunciato di candidarsi a sindaco, aggiungendo: «Mi ha telefonato Berlusconi per complimentarsi della mia decisione». Quelli di Forza Italia sono rimasti spiazzati, hanno bruciato il loro candidato e ne hanno scelto uno meno etichettato, Giuseppe Pellacani, docente universitario e figlio dell’ex-rettore. Da Arcore è arrivato l’assenso, con buona pace di Giovanardi. Così a sfidare Gian Carlo Muzzarelli, Pd, braccio destro di Vasco Errani in Regione, dimissionario per tentare l’avventura (che ha quasi la certezza di vincere) in Comune ci saranno sul fronte opposto Giovanardi, sostenuto da Ncd, e Pellacani, appoggiato da Forza Italia, Udc e Fratelli d’Italia. Verso i casiniani, che qui hanno voltato le spalle al Ncd, ha il dente avvelenato il segretario regionale Ncd, Sergio Pizzolante: «La decisione Udc è imbarazzante e incomprensibile, sale sul carro di Forza Italia che sta manifestando un odio viscerale verso il Ncd».
LE DIVISIONI NEL MONDO LEGHISTA
Non solo le divisioni sono nel centrodestra ma anche nel mondo leghista. Succede a Padova, dove la Lega Nord si è messa insieme a Forza Italia e a Fratelli d’Italia, anche perché i due partiti hanno accettato che a candidarsi sia il senatore del Carroccio, Massimo Bitonci, mentre i dissidenti della Liga Veneta si sono accasati con Ncd e Udc e puntano su Maurizio Sala, ex-senatore Pdl, ora con Alfano.
ACCORDI MANCATI
Commenta, mesto ma battagliero, Luca Cimarelli, coordinatore a Ferrara di Forza Italia: »Quelli del Ncd che rompono il fronte del centrodestra sono i migliori alleati dei 5stelle. Pure a Ferrara hanno preferito un briciolo di visibilità a una strategia di conquista del Comune». Anche qui infatti a spianare la strada al pidiessino Tiziano Tagliani più che i meriti propri sembrano i demeriti degli altri, ovvero il mancato accordo tra Ncd -Udc (che presentano Francesco Fersini) e Forza Italia-Lega Nord -Fratelli d’Italia (che propongono Vittorio Anselmi). «È stato impossibile ritrovarci uniti», spiega Anselmi, «perché c’è un progetto che Udc e Ncd stanno portando avanti a livello nazionale. Purtroppo però le ricadute a livello locali saranno pesanti».
(TUTTI I VOLTI DEL NUOVO CENTRODESTRA DI ALFANO. LE FOTO DI UMBERTO PIZZI)
I GRILLINI BRINDANO
Col centrodestra spaccato arriveranno, secondo i sondaggi, al ballottaggio. A Ferrara come a Livorno, dove le liste di centrodestra sono tre e i veleni già corrono sul filo della campagna elettorale: «La candidata del Ncd, Vaccaro?», dice il parlamentare di Forza Italia, Altero Matteoli, che da livornese (è nato a Cecina) è il ras dei berlusconismo locale. «Era venuta proponendosi come aspirante sindaco e annunciando che se l’avessimo rifiutata se ne sarebbe andata da Forza Italia. Così ha fatto».
IL REBUS DEL CENTRODESTRA
Gli elettori del centrodestra dovranno così sciogliere il rebus: votare l’ex-Pdl Costanza Vaccaro, sotto il simbolo Ncd, preferire Amato Nicosia, con le bandiere di Forza Italia, oppure indicare Marcella Amadio, sostenuta da Udc e Lega Nord? Il bello è che c’è pure un quarto candidato che, seppur trasversale con una sua lista civica, punta all’elettorato di centrodestra. Si tratta di Ugo De Carlo, vicino a Comunione e liberazione, magistrato: pm poi giudice al Tar della Toscana. Non si può dire che i livornesi di centrodestra non abbiano l’imbarazzo della scelta. Ovvio il sorriso compiaciuto del candidato Pd, Marco Ruggeri, sfoderato all’avvio della campagna elettorale.
Anche il ministro Ncd ai Trasporti, Maurizio Lupi, è sceso in campo a Pescara per suggellare non solo il divorzio da Forza Italia ma addirittura la battaglia contro il sindaco uscente, che si ripresenta, il berlusconiano Luigi Albore Mascia. Il Ncd locale gli contrappone Guerino Testa. Non fa giri di parole, il ministro: «Quando uno guarda la realtà e vede che ci può essere un candidato migliore, perché non sceglierlo? È proprio incomprensibile l’atteggiamento di Forza Italia di mettere veti. A furia di mettere veti, poi, alla fine ci si ritrova da soli».
Da parte sua, Mascia ha incominciato la campagna elettorale regalando portachiavi con un cornetto rosso portafortuna. Ne avrà bisogno di fortuna, perché se il Ncd rastrellerà troppi voti, a salire in Comune potrebbe essere il candidato Pd.
(ECCO CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DELLE LISTE DI FORZA ITALIA ALLE EUROPEE)
LA RESA DEI CONTI
È una resa dei conti, all’interno del centrodestra, in quasi tutte le città in cui si voterà il 25 maggio. Difficile trovare bandierine di pace. Sventolano su Bergamo, dove Forza Italia, Ncd, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Udc, si sono uniti per infrangere i sogni di gloria di Giorgio Gori, ex-Mediaset e supporter della prima ora di Matteo Renzi, vincitore delle primarie locali Pd, e soprattutto su Bari dove all’ultimo minuto è stato trovato l’accordo su un candidato indipendente, Mimmo Di Paola, che marcia insieme a Forza Italia, Ncd e Fratelli d’Italia all’assalto del pidiessino Antonio Decaro (regala in campagna elettorale dei kit anti-cacca dei cani, cioè paletta e secchiello) che aspira a succedere al compagno di partito, Michele Emiliano. Di Paola non nasconde la soddisfazione per quello che appare un miracolo: «La città può disporre di una coalizione ampia che raccoglie tutti i partiti del centrodestra. Mi sento emozionato perchè siamo riusciti a fare questo».