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Eni, Enel, Poste e Terna, ecco chi sono gli head hunter di Key2people voluti da Renzi e Delrio

Un secco no comment. È questa l’unica risposta che Formiche.net è riuscita a ottenere da Key2people, la società di cacciatori di teste che avrebbe aiutato il governo di Matteo Renzi a scegliere i nuovi vertici della partecipate di Stato. L’incarico informale sarebbe stato affidato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio.

I RAPPORTI DEL RENZIANO DELRIO
L’indiscrezione era apparsa sui giornali alcuni giorni fa, mentre si attendeva l’annuncio dei nuovi board delle società in cui il Tesoro detiene una quota. “Nella selezione dei manager – riportava Lettera43 come anche altri quotidiani  – il governo si è avvalso della consulenza di due società cacciatrici di teste, la Spencer Stuart (nel cui advisory board sedeva nel 2012 Enrico Letta) e la Korn Ferry International. Il contratto con entrambe era in realtà già stato siglato dal precedente esecutivo per un periodo che va da giugno 2013 a ottobre 2014. L’onere sostenuto dal Mef per l’attività di consulenza è di euro 50 mila più Iva”. A questi ingaggi ufficiali si sarebbe dunque aggiunto quello di Key2people. E pescando nel passato è facile trovare legami tra Delrio e questi consulenti.
Quando era presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani, incarico ricoperto dal 2011, Delrio aveva affidato proprio a Key2people la selezione del personale, nonché selezione e validazione delle candidature dei membri degli Organismi Indipendenti di Valutazione, a garanzia del corretto funzionamento del sistema e della trasparenza

CHI E’ KEY2PEOPLE SECONDO LA STESSA SOCIETA’
Una vecchia conoscenza, insomma. Ma chi si cela dietro questa sigla anglosassone? Una realtà tutta italiana, “fondata nel 2001. Rapidamente divenuta la prima società italiana indipendente del settore; da alcuni anni è tra le prime tre società al vertice della ricerca executive in Italia. Con oltre 40 professionisti, tra cui 10 partner e altrettanti consulenti, due sedi, Milano e Roma, oggi key2people è riconosciuta come interlocutore autorevole sia dalle grandi multinazionali italiane e straniere, sia dalle medie aziende imprenditoriali”, così il gruppo si descrive sul web.

ECCO I PARTNER 
Tra i partner fondatori Renzo Noceti, laureato in lettere e partito dalle risorse umane nella grande distribuzione, che dal 2000 si occupa esclusivamente di executive search. Il presidente, Francesco Benvenuti, ha un profilo da avvocato prestato infine alla ricerca del personale per il gruppo Falck. L’elenco dei professionisti è lungo e tra i fondatori c’è una donna, Paola Basaglia, laureata in filosofia e appassionata di cinema e arte, anche lei con un debutto di carriera nelle risorse umane, alla ricerca di dirigenti e quadri. In verità, dei 21 partner citati sul sito, ben 13 sono donne – e di certo senza far ricorso alle quote rosa.

DONNE A FAVORE DELLE DONNE
Forse c’è proprio lo zampino di queste donne nella nomina, tanto pubblicizzata, delle donne presidente: Emma Marcegaglia per Eni, Luisa Todini per Poste Italiane, Patrizia Grieco per Enel e Catia Bastioli per Terna. Che, insieme alle 11 presenze femminili negli interni Cda, è a ben vedere l’unica novità di questa tornata di nomine – novità anche relativa, dal momento che nessuna signora è arrivata a occupare la poltrona di amministratore delegato. Il fulcro delle decisioni resta in capo agli uomini, peraltro tutti già presenti sulla scacchiera del comando e solo rimescolati in caselle diverse. Ovviamente, i metodi con cui sono state effettuate le selezioni sono top secret. Come top secret sono le liste di candidati, per proteggere l’identità degli esclusi. Impossibile dunque imputare con certezza all’una o all’altra società di super consulenti la strategia seguita.

DALL’ITALIA AL MONDO E RITORNO
Di certo di Key2people si sentirà ancora parlare. Non solo perché la società appartiene a un network internazionale tra i primi otto al mondo, con una presenza in 40 Paesi in tutti i continenti e un forte radicamento in Asia e Sud America. Ma anche e soprattutto perché si fa vanto della “piena consapevolezza del particolare legame con il Paese” e si pone “l’obiettivo di concorrere allo sviluppo della classe dirigente italiana”, accompagnando il programma di “change management in atto nelle amministrazioni pubbliche, stimolando lo scambio culturale e professionale tra settore pubblico e privato”. E con un focus specifico anche sulla leadership femminile – tanto di moda oggi in politica.


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