Partirà domani da Porta a porta l’ennesima campagna elettorale di Silvio Berlusconi. Riuscirà l’ex Cavaliere a trovare ancora una volta il colpo da maestro in grado di risollevare il suo partito che i sondaggi non danno in grande spolvero? E come andrà il voto europeo in Italia? Formiche.net lo ha chiesto a Gianluca Giansante, consulente di comunicazione politica, digital strategist e autore del libro “La comunicazione politica online” (Carocci editore), in uscita domani.
Nell’era di Twitter e dei selfie, ha ancora senso per una campagna elettorale partire da Porta a porta?
La tv ha un ruolo fondamentale. Non dimentichiamoci che c’è ibridazione dei media, su Twitter si parla delle cose che accadono in tv. Fa bene Berlusconi ad affidarsi alla tv, il punto è che non può affidarsi solo a questo medium. Non avere una presenza forte sul web potrebbe penalizzarlo.
Fa bene Berlusconi a puntare il suo messaggio su “Renzi vetero-socialista”?
È difficile prevedere le mosse di Berlusconi, ci ha abituato a numerosi colpi di scena nel corso della sua carriera politica. Più che su Renzi però, l’ex premier farebbe bene a focalizzare la sua campagna sulla motivazione del suo elettorato, che vedo parecchio sfiduciato dopo vent’anni di promesse non realizzate.
Un elettorato che è lo stesso di Alfano. Ci sarà competizione per dividerselo tra Ncd e Fi?
In parte credo di sì ma il peggior nemico di entrambi è l’astensionismo. Le Europee hanno tradizionalmente un tasso di partecipazione molto basso e questa volta la situazione potrebbe peggiorare visto che alle ultime amministrative del 2013 ha votato poco più del 50% degli elettori. Alfano e Berlusconi devono convincere l’elettorato di centro-destra che vale la pena andare alle urne.
L’affidamento ai servizi sociali che Berlusconi dovrà scontare al centro anziani a Cesano Boscone può diventare una carta da giocarsi alle Europee?
Penso che Berlusconi proverà a sfruttarlo a suo favore. Il leader di Fi non si perde d’animo, tenterà questa carta per avvicinare il suo partito a una parte di elettorato molto importante, quello degli anziani.
Gli 80 euro come mossa elettorale, la costante sfida a “gufi e rosiconi”, lo stile di comunicazione informale. Quanto si assomigliano Berlusconi e Renzi?
Ci sono molte analogie, Renzi si inserisce nel solco tracciato da Berlusconi a livello comunicativo. La semplicità, la chiarezza, il linguaggio che parla agli occhi, l’enfasi sull’emozione, l’indirizzarsi sempre agli elettori li avvicinano. Ma ci sono anche delle differenze.
Quali?
Renzi è più informale di Berlusconi. L’ex Cavaliere si è reso protagonista di mote gaffe o momenti di colore ma per esempio alle Camere si inseriva nel galateo parlamentare, i suoi discorsi erano formali. L’elemento di informalità di Renzi è totalmente inedito.
Può funzionare a livello elettorale?
Sicuramente la distanza dall’immagine deteriorata della politica può aiutare. Ricordiamoci che l’anti-politica rappresenta il 25% dell’elettorato.
E i campioni fino ad ora dell’antipolitica, i 5 Stelle, che campagna giocano per queste Europee?
Il M5S sta facendo una campagna non molto diversa rispetto a quella di un anno fa. Quello che cambia è la loro marginalizzazione mediatica. Alle scorse politiche, ogni evento, ogni comizio a 5 Stelle era oggetto dell’attenzione spasmodica da parte di giornali e tv. Questo potrebbe tradursi in una minore partecipazione al voto. Anche se il loro risultato, come quello in generale delle Europee, è imprevedibile.
Quale partito l’ha colpita di più tra loghi, slogan, scelte comunicative, in questa competizione elettorale?
Non ci sono finora campagne particolarmente innnovative, forse a prevalere è quella del Pd. Pur con alcuni difetti, la scelta di mettere al centro dei manifesti i cittadini funziona. Anche perché Renzi sa che il risultato di questa competizione è imprevedibile e metterci la sua di faccia non gli conviene.
(PIZZI SI TUFFA NELLE EUROPEE CON BERLUSCONI, ALFANO, RENZI E VENDOLA. ECCO LE FOTO)