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Facebook, ecco i 13 Paesi che più censurano i post

Secondo il rapporto Global Government Requests pubblicato da Facebook, tra i Paesi che chiedono la cancellazione di post dal social network ci sono India, Pakistan, Turchia, ma anche Israele, Germania e Francia.

I CASI DI CENSURA
Seguendo l’esempio di trasparenza di Google, Mark Zuckerberg ha deciso di pubblicare i Paesi che interferiscono di più su quello che viene pubblicato su Facebook. Alcune volte si tratta di accedere ad alcuni messaggi o agli indirizzi IP di un messaggio ai fini di un’indagine.

LE LEGGI GOVERNATIVE
In un post pubblicato nella Newroom, Facebook spiega che la missione del rapporto “è quella di dare alla gente il potere di condividere, e rendere il mondo più aperto e connesso. A volte, le leggi di un Paese interferiscono con questa missione, limitando ciò che può essere condiviso in quel luogo”.

INDIA E TURCHIA
Tra le leggi più restrittive nella seconda metà del 2013 ci sono quelle di India e Turchia. Facebook ha rimosso circa 4.700 contenuti postati dagli utenti indiani “segnalati da funzionari di polizia e dall’India Computer Emergency Response Team ai sensi delle leggi che vietano di criticare una religione o lo Stato”. La Turchia, invece, ha censurato Twitter e YouTube e ha costretto Facebook a rimuovere 2.014 contenuti perché “leggi locali vietano la diffamazione o la critica di Ataturk o dello Stato turco”.

GERMANIA E FRANCIA
La Germania e la Francia hanno chiesto di rimuovere rispettivamente 84 e 80 post sulla negazione dell’Olocausto. L’Australia ha chiesto a Facebook di rimuovere 48 contenuti perché erano contro “le leggi anti-discriminazione locali”. Nel Regno Unito sono stati rimossi tre contenuti e in Italia cinque sulla base delle “leggi contro la discriminazione razziale e l’istigazione all’odio”.

STATI UNITI
Gli Stati Uniti non hanno fatto richieste di cancellazione. Il loro primo emendamento della Costituzione garantisce la libertà di parola. Ma hanno presentato 12.598 richieste nella seconda metà del 2013 per avere accesso ai messaggi e gli IP.

Facebook ha chiarito: “Quando riceviamo una richiesta da parte di un governo che cerca di far rispettare le sue leggi, la passiamo in rassegna con cura, e, anche se possiamo concludere che sia giuridicamente sufficiente, limitiamo l’accesso ai contenuti solo nel Paese richiedente”.

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